Intervento dei gruppi consiliari di maggioranza (firmatari nell’ordine Gruppo Misto, Scelgo Gubbio, Socialisti Civici Popolari, Liberi e Democratici) sulla pillola per l’aborto. “Nel Consiglio Comunale di Gubbio del 7 luglio scorso – scrivono in una nota – i quattro gruppi di maggioranza insieme al Pd, hanno firmato una mozione,che è stata portata in tanti altri comuni umbri. Questo è stato possibile grazie alla collaborazione e mobilitazione che le democratiche hanno avuto in tutto il territorio, chiedendo al presidente della Regione, Donatella Tesei, di ripristinare l’interruzione volontaria di gravidanza in regime domiciliare e di day hospital, al fine “di tutelare il principio di autodeterminazione delle donne e garantire la piena applicazione della legge 194/1978”. I gruppi consiliari di maggioranza e il PD chiedevano, nella mozione, di ottenere “la piena operatività dei consultori, ricollocando personale (sia ginecologico che ostetrico), risorse e riqualificando le strutture”. Finalmente l’8 agosto Il Ministro Speranza, dopo aver ricevuto il parere del Consiglio superiore di sanità, cui si era rivolto all’indomani che la Giunta della Presidente Tesei, in Umbria, aveva vietato l’uso della Ru486 senza ricovero, si appresta ad emanare le nuove linee guida .”L’aborto farmacologico è sicuro. Va fatto in day hospital, nelle strutture pubbliche e private convenzionate, e le donne possono tornare a casa mezz’ora dopo aver assunto il medicinale”. “Le evidenze scientifiche sono molto chiare. Il Consiglio di Sanità e le società di ginecologia e ostetricia hanno espresso un parere favorevole univoco. Queste nuove linee guida sono un passo avanti importante e rispettano pienamente il senso della legge 194, che è e resta una norma di civiltà del nostro Paese”, dice ora il ministro. Il mifepristone, recita il parere, può essere somministrato sia in consultorio che in ambulatorio. Dopo mezz’ora la donna può essere rimandata a casa, verificando che non sia sola nell’abitazione o in ansia. Tra i vari punti esaminati, la salute, la funzionalità, il benessere fisico e psicologico della paziente, si sottolinea anche il risparmio economico rispetto all’aborto chirurgico che richiede ricoveri, anestesie e sale operatorie. Nella Mozione approvata dal Consiglio Comunale si ribadiva che l ‘IVG farmacologica a domicilio e in regime di day hospital mette in sicurezza la donna che viene sempre seguita dal proprio medico, consentendole tuttavia di affrontare questo percorso così complesso, con un minor impatto fisico e psicologico, garantendo il diritto alla riservatezza, fondamentale, per una scelta realmente autonoma, soprattutto considerando i tanti casi di violenza domestica e sessuale, in cui per le donne diventa complicato allontanarsi da casa e giustificare l’assenza per così tanti giorni.. Ci interessa sottolineare che in questi anni le donne hanno dimostrato il loro grande senso di responsabilità nel ricorrere all’IVG, infatti secondo l’ultimo rapporto presentato in Parlamento dal 1983 l’IVG è in continua e progressiva diminuzione in Italia; attualmente il tasso di abortività del nostro Paese è fra i più bassi tra quelli dei Paesi occidentali. Segno che l’introduzione della legge 194 è stata fondamentale per la tutela della salute della donna, sia per contrastare il ricorso all’aborto clandestino, sia per la campagna di prevenzione ed educazione sessuale che ne è derivata. L’ultimo dato ufficiale del 2017 riporta un -65,6 per cento di aborti rispetto al 1982, primo anno della rilevazione dopo l’entrata in vigore della legge. Il dato italiano rimane tra i valori più bassi a livello internazionale, ora non resta che attendere che la Giunta guidata dalla Presidente Tesei cancelli quella delibera che di fatto rendeva più complesso e difficoltoso l’accesso da parte delle donne ad un diritto, accogliendo le nuove linee guida che verranno emanate dal ministero della Sanità, insieme a tutti i movimenti delle donne e tutti coloro che si sono mobilitati per manifestare in tutte le piazze di Italia perché l’Umbria non riportasse indietro negli anni le conquiste di un’Italia civile”.
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