Si aggira da qualche giorno tale Zio Peppino. Trattasi di soggetto anonimo, per qualcuno con un’identità ben precisa pur se conta poco ai fini del ragionamento. Al di là che l’anonimato non è mai apprezzabile, perché bisogna sempre metterci la faccia e firmare con il proprio nome ogni argomentazione (per evitare eresie non si evochi Ghino di Tacco, alias Bettino Craxi), resta la sostanza politica di certe tesi strampalate, ovvero che la presidenza del Consiglio Comunale dovesse e potesse andare a Leonardo Nafissi, arrivato quarto al primo turno tra i candidati a sindaci, dietro Vittorio Fiorucci, Rocco Girlanda e Alessia Tasso.
Zio Peppino manca dei fondamentali della politica: prima di tutto una poltrona del genere in Consiglio Comunale è sempre ad appannaggio della maggioranza, non fosse altro che per gli equilibri da garantire e per lo stipendio mensile schizzato nel 2024 a 2.173,50 euro lordi, grazie al regalo del Governo Draghi che ha praticamente raddoppiato i compensi a sindaci, vicesindaci e presidenti delle assemblee elettive.
Pensare poi che eventualmente venisse data a Nafissi è un’altra corbelleria: Nafissi, 64 anni, è al primo mandato da consigliere comunale nella sua vita e non si capisce in base a quale principio dovesse aspettarsi un’investitura del genere. Per guidare autorevolmente un’assemblea elettiva bisogna quanto meno conoscerla da dentro: in questo caso a Nafissi viene naturale riconoscere la qualità personale, ma non l’esperienza tale e necessaria per dirigere i lavori dell’assise.
Nell’attuale Consiglio Comunale la maggioranza ha due esponenti che conoscono i meccanismi: Mattia Martinelli, che appunto è stato eletto presidente, e Robert Satiri. Nella minoranza possono farlo Rocco Girlanda, Alessia Tasso, Diego Guerrini, Simona Minelli, Marco Cardile e Luigi Girlanda. Non è una opinione o una chiacchiera da bar, che evidentemente frequenta Zio Peppino, ma è un ragionamento politico con i fondamenti tipici della politica.
A Zio Peppino diamo due consigli: ci metta la faccia, ossia nome e cognome, e studi la politica. Per parlare e scrivere ci vuole cognizione di causa. Sennò lo faccia in qualche bar, magari al mattino durante la colazione nel viavai delle auto e del logorio della vita moderna.
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