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LeD a caccia di un nuovo ruolo senza Alessia Tasso e con Filippo Mario Stirati che ricomincia con la litania dei “poteri forti”

Alessia Tasso e Filippo Mario Stirati: gli abbracci si sono trasformati in veleni

Una conferenza stampa per non arrendersi all’evidenza: i Liberi e Democratici (LeD) hanno mandato avanti il nuovo che avanza, cioè il coordinatore del movimento Valerio Piergentili (assessore ai Lavori pubblici nel secondo mandato di Filippo Mario Stirati che l’ha provate tutte per trovare appoggi sulla candidatura dell’ex sindaco alle regionali ma non c’è riuscito) e Simona Minelli, ex assessore ai Servizi sociali e consigliere comunale. Seduto in prima fila Stirati. Grande assente Alessia Tasso, l’ex vicesindaco e candidato a sindaco a giugno che come anticipato più volte da Vivogubbio è pronta a uscire dal movimento che con Stirati l’ha impietosamente scaricata cercando di riversarle addosso tutte le responsabilità della sconfitta elettorale con la consegna di Gubbio alla destra dopo 78 anni. Il gioco dei LeD dopo la batosta elettorale di giugno è stato fin troppo chiaro: riuscire comunque nell’impresa (praticamente impossibile) di far candidare Stirati alle regionali facendo finta che lui non c’entrasse nulla con la bocciatura dopo il secondo quinquennio da sindaco pieno di ombre più che di luci.

Piergentili e Minelli hanno mandato messaggi al resto della sinistra per provare a costruire l’unità, ma è evidente che ormai i LeD sono diventati comprimari (l’uscita di Tasso li indebolirà ancora di più) perché le ultime elezioni regionali hanno visto Pd e Città Futura fare la parte del leone nel sostegno alla neo governatrice Stefania Proietti. I LeD hanno giocato una partita tutta interna, guidati dall’ideologo Pavilio Panfili con accanto Piergentili e Minelli che hanno pensato soltanto a dare un futuro a Stirati che non ha ritenuto di ritirarsi dalla scena dopo il risultato catastrofico di giugno e dopo dieci anni da sindaco.

Stirati ha approfittato della conferenza stampa per gioire dell’elezione di Proietti, anche se in campagna elettorale non ha speso una parola per sostenerla. Poi si è dato alla solita litania dei “poteri forti”, ovvero invocando l’autonomia della politica dall’imprenditoria. Sarebbe interessante conoscere quanti soldi in 10 anni la sua Amministrazione Comunale ha ottenuto dalle due cementerie (e altri) per finanziare questo e quell’altro, visto che con gli stanziamenti pubblici si sarebbe potuto fare ben poco. Il professore in pensione ha rilanciato i discorsi tanto cari a Orfeo Goracci che ha chiuso la carriera politica, al netto dei vitalizi dopo gli stipendi (tutto legittimo, sia chiaro), con un flop sia alle comunali di giugno che alle ultime regionali. In politica il declino si può evitare se si fa il passo indietro nel momento giusto.