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Leonardo Nafissi scrive a VivoGubbio: “Non ho mai ricevuto nulla dalla politica, vivo del mio lavoro”

Leonardo Nafissi

LETTERA APERTA DI LEONARDO NAFISSI, CONSIGLIERE COMUNALE DI GUBBIO CITTA’ FUTURA

Egregio Direttore,

ho appreso da amici, lettori del suo giornale, della sua “ossessione” nell’occuparsi quasi esclusivamente dei presunti incarichi che lei mi attribuisce, dato che nel giro di pochi giorni ha voluto dedicare la sua attenzione alla mia persona e al mio futuro politico con ben quattro articoli, con atteggiamento a dir poco denigratorio nei miei confronti, ma che ho riscontrato anche in altri suoi scritti riferiti a figure politiche, che evidentemente, al mio pari, non avevano riscontrato il suo favore.

Seppur con valutazioni politiche spesso diametralmente opposte alle sue, non avevo però sentito il bisogno di scriverle fino a quando nei suoi articoli non ho percepito un tono calunnioso, attraverso quel pernicioso “venticello”, citando Rossini, o chiamando in causa Voltaire che affermava “calunniate, calunniate, qualche cosa resterà”.

Le sue perentorie affermazioni del tipo “Chi va in cerca di un posto è Leonardo Nafissi” piuttosto che “Non è un mistero che il leader di Città Futura lavori soprattutto per sé”, fino a citare impropriamente parole della stessa Presidente Stefania Proietti, a mio conoscenza mai pronunciate ed anche l’intero tenore dei suoi ultimi articoli evidenziano chiaramente una volontà: quella di far soffiare un venticello che alcuni distratti lettori potrebbero prendere per vero, pur essendo quel venticello fondato sul nulla.

Quindi mi sono deciso a scriverle per quei lettori che avranno la pazienza e l’interesse ad ascoltare anche il mio punto di vista. La mia storia personale e politica dimostra esattamente il contrario di quanto lei ha voluto insinuare nei suoi numerosi articoli, dato che nella mia vita io non ho mai ricevuto nulla dalla politica e non ho mai chiesto nulla alla politica: su questo sfido chiunque a provare con fatti e prove concrete il contrario.

Sono state le elezioni regionali del 2019 il primo momento nel quale è stato per me possibile partecipare ad una competizione elettorale a causa di precedenti incompatibilità con il mio ruolo di direttore nazionale dei Confidi; in quel momento detti la disponibilità a candidarmi per mero spirito di servizio verso la coalizione di centro sinistra, perché era necessario creare una lista a supporto dell’allora candidato presidente Vincenzo Bianconi, consapevole a priori della impossibilità di essere eletto, valutazione poi sconfessata dai fatti visto l’inaspettato importante risultato conseguito, ma appreso solo a posteriori.

Nelle recenti elezioni comunali mi sono messo a disposizione di Gubbio Futura soprattutto perché spinto da un nutrito gruppo di giovani che avevano l’ambizione di cambiare il modo di fare politica, cosa peraltro riuscita a livello locale. Tengo a ricordare che sono stato l’unico candidato disponibile a ritirare la propria candidatura a fronte di un progetto ritenuto vincente per il fronte progressista, avendo purtroppo consapevolezza che quello proposto dal Patto avanti sarebbe stato perdente come i risultati elettorali hanno chiaramente dimostrato. Quindi la responsabilità della sconfitta del centro sinistra, che lei tenta di scaricare sistematicamente sul mio percorso, la rimando a chi non ha consentito la realizzazione di un fronte unito e vincente del campo progressista, aspetto sul quale stiamo lavorando in quanto nostro obiettivo prioritario.

Da ultimo le recenti elezioni regionali, che hanno sancito la riconferma del valore del progetto di Gubbio Futura attraverso un risultato di lista pari a quello del PD di Gubbio e un’affermazione dei due giovani candidati Cicci e Staffaroni di assoluto rilievo; rispetto a queste elezioni la scelta di fare un passo indietro è stata assolutamente personale e non dettata da veti di alcuna natura. Non comprendo infatti perché lei non possa o non voglia immaginare che qualcuno, con generosità e disinteresse personale, possa preferire il lasciar spazio a dei valenti giovani rispetto alle proprie ambizioni personali; i fatti e il libero e democratico dibattito nell’assemblea di Gubbio Città Futura dimostrano esattamente questo. Tra l’altro al riguardo giova ricordare, al di là dei gossip e per evitare la confusione che i suoi scritti alimentano con un improprio parallelismo con l’ex Sindaco Stirati, che il nostro gruppo aveva diritto a due candidature nella lista dei Civici Umbri in quanto soci fondatori, quindi la ricostruzione secondo cui il sottoscritto non avrebbe trovato posto è certamente non rispondente a verità.

Vorrei infine concludere sottolineando due aspetti della sua narrazione sulla politica che a mio avviso risulta essere fuorviante. In primo luogo di come la sua opera nel raccontare la politica appaia per lo più incentrata sullo svilimento della stessa, riducendola ad una mera  “caccia ai soldi” indipendentemente dalla qualità delle persone e delle proposte, con un’unica strana particolare eccezione; tale atteggiamento avvelena la politica e allontana i giovani dalla stessa, quando invece andrebbe compiuta l’opera esattamente contraria, attività che io sto con grande piacere e da tempo sviluppando, anche con lusinghieri risultati.

In secondo luogo vorrei ricordarle che la politica genera competizione tra i territori, come lei ben sa; pertanto rivendicare uno spazio di rappresentanza per il nostro territorio, da tempo escluso dai tavoli decisionali pur essendo Gubbio la sesta città dell’Umbria ed avendo conseguito un grande risultato elettorale con il 54% a favore di Stefania Proietti, dato decisamente più elevato della media regionale, non significa prebende o caccia ai soldi o accattonaggio. Significa al contrario portare valore, informazioni, risorse e normative a favore della nostra comunità, che è la vera funzione della politica; e questo spazio deve per forza essere occupato da una persona in carne ed ossa, che goda della fiducia della nuova amministrazione. Quindi, non condividendo affatto la sua valutazione sul ruolo della politica ed il suo racconto, che tende a denigrare comunque il ruolo degli attori politici, le ricordo di nuovo, come lei ben sa, che la sua narrazione è fuori bersaglio in quanto da sempre e fortunatamente vivo del mio lavoro al di fuori della politica stessa.

Leonardo Nafissi

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IL DIRETTORE RISPONDE

Egregio dottor Nafissi,

mi preme sottolineare che non v’è in alcun mio articolo alcun intento calunnioso nei suoi confronti perché non è sicuramente reato ambire a posti politici e percepire taluni stipendi, compensi e gettoni (sul quantum si può discutere ma bisognerebbe chiamare in causa la classe politica sempre più ingorda che li determina e con quale diritto lo fa di fronte alle difficoltà economiche del Paese).

Il termine “ossessionato” mi fa venire in mente un altro politico che usa spesso quel brutto termine quando ci si occupa di lui e che qualche “problema” ce l’ha avuto, immaginando che scriverne sia per lui lesa maestà. Fossi in lei lo eviterei già solo per questo.

Alla fine della sua riflessionemi sarei aspettato di sapere (per i lettori più che per me personalmente) se esponenti di Gubbio Città Futura (vale anche per lei naturalmente) abbiano presentato domanda a qualcuno dei bandi emanati dalla Giunta regionale di Stefania Proietti nella sua seduta d’insediamento per assegnare almeno 36 poltrone, per larga parte sostanziosamente retribuite.

I territori non.si gratificano arricchendo Tizio o Caio, ma finanziandone i progetti presentati dai Comuni di qualunque colore politico essi siano.

Infine, la “delegittimazione” e “criminalizzazione” della politica italiana non viene dai miei articoli ma dall’umore generale nel Paese con il calo costante dell’affluenza alle urne. Per esempio a Gubbio è vero che ha vinto Proietti ma non le può essere sfuggito che ha votato soltanto il 48,7 per cento: cosa e chi rappresenta un presidente che prende il 54 per cento del 48,7 per cento?

Soltanto chi fa politica non si accorge che la gente è delusa, stufa e aggiungerei “schifata”. Spero soltanto che i giovani – anche quelli ai quali lei fa riferimento – non siano in cerca di potere e soldi dalla politica. Vediamo quanti, di tutte le età, fanno politica pressoché esclusivamente per questo. Altrimenti su regalerebbero taluni stipendi, compensi e gettoni così vergognosamente alti.

Massimo Boccucci