Incontro-conferenza sul tema «Liberi e Forti», per una nuova politica a 100 anni dall’appello di don Luigi Sturzo, domani giovedì 21 marzo, alle ore 17 nell’ex Refettorio della Biblioteca Sperelliana, promosso dall’associazione ‘Civitas’. L’ argomento, di stretta attualità, sarà sviluppato con i contributi di Calogero Alessi presidente dell’ associazione Civitas, Giancarlo Pellegrini dell’ Università di Perugia e Mario Tosti presidente Isuc (Istituto storia Umbria contemporanea). Sacerdote, fondatore di un partito politico, oppositore di Mussolini, antifascista esiliato, studioso del totalitarismo, infine senatore a vita nella Repubblica: tutto questo è stato don Luigi Sturzo. Nel 1919, dopo decenni di duro contrasto tra Chiesa e Stato, egli fonda il Partito Popolare Italiano, riaprendo la via ad un impegno dei cattolici nella politica italiana. Combatte poi l’ascesa di Mussolini, che lo definì il proprio peggior nemico, e non Turati o Gramsci. Mussolini pretese e ottenne nel 1924 dal Vaticano l’esilio di Sturzo dall’Italia, dove farà ritorno solo nel 1946. Nel frattempo era attecchito il seme di una sintesi originale di cattolicesimo e liberalismo anglosassone, con l’acuta analisi del totalitarismo, sistema politico che allora era in auge in vari paesi europei. I frutti sbocciarono con De Gasperi, Einaudi, la Costituzione e con l’avvio dell’impresa da cui nacque quella che oggi chiamiamo Unione europea (e lo stesso euro) come istituzione del superamento del regime degli stati e della sovranità. Sturzo affrontò di petto i grandi drammi del Novecento e prese posizione contro il confessionalismo, lo statalismo, il cristianesimo senza realismo, lo storicismo. I conflitti appassionarono sempre don Sturzo: scrisse che scegliere la libertà – come un cristiano deve – significa disporsi all’agonismo ed anche all’agonia.
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