C’è chi non vede l’ora di arrivare sano e salvo al 2024 per togliersi il fardello. C’è chi invece già si danna l’anima per trovare ancora lavoro con la politica non avendone un altro e perché comunque tra stipendi e gettoni è sempre un bel fare. La coalizione del sindaco Filippo Mario Stirati è piena di tormenti, ansie e paure per cosa potrà accadere nel rush finale di questo mandato politico-amministrativo che chiuderà il decennio del professore. Lo scenario che si apre non può prescindere dall’umore che la maggioranza fa trasparire in ordine sparso tra chi sta in Giunta e sui banchi del Consiglio Comunale dove il parolaio e le baruffe superano di gran lunga la sostanza dei fatti concreti per far crescere la città sempre più ferma al palo tra la crisi economica e la guerriglia urbana contro le due imprese più grosse che danno lavoro a tante famiglie a differenza del parassitismo politico. Nella maggioranza c’è chi s’è stufato, mentre altri giocano le carte soprattutto per se stessi dovendo difendere anche la buona rendita mensile.
FILIPPO MARIO STIRATI. Il sindaco ha ben chiara la prospettiva personale: farsi candidare alle elezioni Regionali, che nel 2024 potrebbero coincidere con le Comunali e chissà se anche le Europee per risparmiare un po’ di soldi. La sua sponda restano i LeD, perciò tiene sempre tirata la corda dell’ambientalismo che però riguarda soltanto il Css (tanto caro ai Comitati e all’ultrasinistra) perché non si parla mai delle condizioni pietose della discarica di Colognola e dell’impatto di riscaldamento e traffico (compreso il calvario della Contessa con evidenti riflessi sull’inquinamento). Con i dati economico-occupazionali pesantemente preoccupanti, il professore proverà nell’ultimo tratto del mandato a portare a casa qualcosa. Lascerà l’azzeramento totale non potendosi ricandidare a sindaco: i candidati alla successione da dove partiranno e cosa prometteranno?
ALESSIA TASSO. Il vicesindaco ci mette tanto impegno e vorrebbe trovare più seguito nella coalizione, per quanto il marchio dei LeD e qualche legame non le giovano granché. È a un bivio: fare il salto di qualità candidandosi a sindaco nel capitalizzare le 639 preferenze che nel 2019 l’hanno resa la candidata al Consiglio Comunale più votata e poi però penalizzata dalle deleghe (Stirati le ha tolto i lavori pubblici che avevano spinto l’ottimo risultato personale alle urne), oppure fare la carriera da ingegnere aspettando magari – vista la giovane età avendo 33 anni – l’occasione buona per candidarsi alla Regione o al Parlamento. Per questo molti la vedono pronta a sostenere un candidato a sindaco vincente che poi la faccia trasferire al Comune di Marsciano a quello di Gubbio per fare il dirigente all’urbanistica con nomina fiduciaria nella prospettiva del concorso.
VALERIO PIERGENTILI. Non ne può più. È stanco e deluso. Tutto pensava meno che occuparsi di lavori pubblici, con i soldi assorbiti dai vecchi “bubboni” sul bilancio, fosse un’impresa così complessa. Salvo sorprese, non si ricandiderà. Era dato fino a qualche tempo fa tra i possibili successori di Stirati, ma ha preso il sopravvento lo scoramento per lo scenario deprimente.
MARCO MORELLI. Passa il tempo a cercare il modo di far entrare quanti più soldi nelle casse comunali. Passa per l’”esattore”, a mo di battuta. Si è reso conto entrando in corsa che il Comune di Gubbio non è in bancarotta per il semplice fatto che si fa a malapena l’ordinario. La maggior parte delle risorse economiche sono assorbite dalla discarica di Colognola (c’era una volta il bancomat…), il maledetto Puc di San Pietro (l’opera pubblica più fallimentare della storia eugubina) e la società Gubbio Cultura e Multiservizi interamente di proprietà comunale (andava chiusa perché paurosamente indebitata ma le logiche della politica sono sempre altre). La sua lista, Scelgo Gubbio, potrebbe sciogliersi. Per il suo futuro c’è chi gli consiglia di lasciar perdere l’aumento di tasse e tariffe, e di non farsi ricordare per la storia dei lumini a pile vietati e dei costi aumentati al cimitero.
GABRIELE DAMIANI. Fa della capacità relazionale e delle disponibilità i punti di forza. Si è stancato pure lui. E parecchio. È uno stiratiano di ferro, potrebbe decidere di seguirlo nello staff in Regione se il professore dovesse candidarsi ed essere eletto. Sembra escludere al momento ogni possibilità di riproporsi, ma appartiene al partito Socialista. Di solito i socialisti per tradizione sanno rigenerarsi quando c’è di mezzo la possibilità di prendere incarichi e strapuntini. Non è detto che lui si adegui alla tradizione.
RITA CECCHETTI. Le vanno riconosciute qualità personali, relazionali e operative senza troppi orpelli ideologici al di là dell’appartenenza politica. È una risorsa per la forza dell’impegno e un’apprezzabile concretezza. Sarebbe stato preferibile vederla confermata ai servizi sociali per i risultati del precedente mandato politico-amministrativo. Il futuro è da scrivere.
GIOVANNA UCCELLANI. Nella maggioranza la descrivono come molto ambiziosa e incline a fare un po’ come le pare. Si segnala per i risultati modesti e un presenzialismo crescente con un eccesso di autorefenzialità (sorprendente la storia che autorizza lei le sagre), tanto che nella sua stessa cordata c’è chi la immagina in corsa per la candidatura a sindaco anche se non si sa bene espressione di quale forze visto che Scelgo Gubbio ha praticamente esaurito la spinta propulsiva fin da quando è uscito di scena Giordano Mancini.
SIMONA MINELLI. Gli audaci senza peli sulla lingua della maggioranza la etichettano come l’assessore alle varie ed eventuali, vedendola come pasionaria del femminismo de noantri e paladina dell’ultrasinistra sui diritti individualistici di tutti i tipi (ironizzano perfino su certi gusti pittorici con riferimento a un quadro nel suo ufficio). Pur di non sacrificarla tenendola a forza come assessore, il sindaco ha perso due pezzi importanti in giunta come Giordano Mancini e Oderisi Nello Fiorucci. Nella coalizione dicono che pensa di potersi candidare a sindaco o comunque di riproporsi come espressione di potentati anche economici della sinistra cittadina. Non si contano gli scivoloni (due esempi: la gestione della Commissione pari opportunità e il disastro sull’accorpamento dei circoli didattici bocciato dall’Ufficio scolastico regionale prima che dalla Giunta Regionale) che mettono in salita le sue ambizioni in politica.
STEFANO CECCARELLI. Il presidente del Consiglio Comunale ha trovato l’America, stipendio compreso, perché fa il cerchiobottista provando ad accontentare proprio tutti, in barba al regolamento sulle tempistiche degli interventi nel mostrare – dicono da maggioranza e opposizione – un debole per i vecchi alleati dopo il giro tra tutta la sinistra eugubina. In molti sono convinti che si ricandiderà ancora una volta, aspettando di vedere eventualmente con chi.
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