Dal Gubbio alla Supercoppa di Romania vinta dal Cluj ieri sera in finale contro l’Fcsb Steaua Bucarest per 4-1 ai rigori dopo lo 0-0 nei tempi regolamentari dominati tra un gol fantasma e un rigore reclamati. E’ la bella favola di Michele Iannucci, ventisettenne di Assisi laureato in scienze motorie e master in management dello sport, che da dicembre è collaboratore tecnico e match analyst dell’allenatore Edward Iordanescu subentrato a Dan Petrescu, vecchia conoscenza del calcio italiano.
La ventesima Supercoppa romena, disputata a Craiova allo Stadionul Ion Oblemenco, ha premiato i detentori dello scudetto del Cfr Cluj sui vincitori della coppa nazionale e per la squadra di Cluj-Napoca, città della Romania nord-occidentale capitale non ufficiale della regione della Transilvania, si tratta del terzo trofeo della sua storia.
Il giovane è l’unico italiano nel club, voluto da Iordanescu che cercava un tattico italiano giovane. L’esperienza rumena sta andando benissimo, tra il titolo appena conquistato e l’avventura ai playoff per lo scudetto che cominceranno domenica prossima con 10 partite tra le 6 squadre ammesse, con gare di andata e ritorno, a cominciare dalla sfida contro l’Academica Clinceni.
Il Cluj ha concluso la stagione regolare al secondo posto, un punto dietro l’Fcsb Steaua Bucarest. Iannucci si è portato dietro l’entusiasmo e il bagaglio del triennio nelle giovanili del Perugia, collaborando come tecnico, vice e nello staff, poi referente dell’Udinese Academy e le Academy in Italia e Svizzera del Barcellona per il centro Italia, fino alla stagione scorsa passata a Gubbio dapprima nelle giovanili e poi come vice di Vincenzo Torrente che, squalificato, ha sostituito il 16 febbraio 2020 in panchina a Salò in un pirotecnico 3-3 con la Feralpisalò proprio qualche giorno dopo aver conseguito il master.
Michele è considerato un talento che da Petrignano sta prendendo la sua strada con il sostegno e l’intermediazione dell’avvocato David Cerrini insieme a Nicola Munzi, collaboratori della P&P Sport Management di Andrea e Federico Pastorello.
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