Orfeo Goracci è intervenuto, dal proprio profilo di Facebook, sull’epilogo della propria vicenda giudiziaria dopo la sentenza che al tribunale di Perugia, lunedì scorso 16 dicembre, l’ha chiamato fuori dal processo per la prescrizione sui reati più gravi e la depenalizzazione retroattiva per l’abuso d’ufficio secondo la legge del 2020 del governo Conte con Movimento 5 Stelle e Lega.
Nella ricostruzione – oltre a incensare in premessa il giornalismo amico che gli piace, dimenticando la stampa che in piena autonomia si occupa dell’inchiesta Trust fin dall’inizio e ha riferito puntualmente di ogni seduta con fonti di provata affidabilità – omette moltissimi aspetti del lungo iter, dagli arresti il 14 febbraio 2012 ai lunghi dibattimenti in aula con la sfilata dei testimoni dell’accusa (non della sua difesa visto che ha accettato la prescrizione), i documenti e le intercettazioni.
Oltre ad attaccare la magistratura che ha indagato e ha tratto le conseguenze nei suoi confronti, cosa che per esempio l’ex sindaco non ha mai fatto in passato per i suoi colleghi politici (vedi i casi di Berlusconi e di Tangentopoli quando faceva il parlamentare ed emetteva “condanne” ancor prima dei processi), non ha fatto ben capire le motivazioni del suo arresto che, dalle carte dell’inchiesta, emergono chiaramente rientrando nei tre presupposti, per esempio l’inquinamento delle prove ricoprendo ancora un incarico politico-istituzionale, oltre alle gravissime accuse di associazione per delinquere, concussione, tentata concussione, falso materiale e minacce.
Goracci potrebbe rispondere a domande precise e non mancherà modo di formularle se vorrà rispondere dettagliatamente nel merito, aspettando le motivazioni della sentenza, annunciate entro 60 giorni, che potrebbero aggiungere elementi di valutazione anche nel merito di quanto contestato a Goracci, il quale va ricordato nell’udienza del 12 novembre scorso aveva chiesto, attraverso il legale di fiducia Franco Libori, tanto l’accesso alla prescrizione quanto un pronunciamento di merito che nel dispositivo sintetico non è presente.
Il presidente del tribunale di Perugia, Mariella Roberti, potrebbe decidere di far capire se con le prove acquisite ci fossero gli estremi per un’assoluzione o una condanna in primo grado, tenendo conto che in caso di prescrizione solitamente se c’è una fondata convinzione che il fatto non sussiste o non costituisce reato (dunque un’assoluzione) questa viene già esplicitata nel breve dispositivo enunciato al termine della camera di consiglio.
Goracci su Facebook scrive: ”
Più di 13 anni sopra carboni ardenti! E’un’esperienza che non auguro nemmeno al peggior nemico. La vicenda dell’arresto è stata fuori dalla giustizia e dal buon senso. Di fatto già il GUP nel 2014 determinò che le ragioni per la custodia cautelare, per di più con isolamento in carcere, non c’erano. Non c’era pericolo di fuga, ero stato in Argentina tra il 6 e il 13 dicembre del 2011, sono tranquillamente tornato. Come potevo reiterare il “delitto” se non ero più sindaco da quasi 2 anni e per la stessa ragione come facevo ad “inquinare le prove”? Quanto è successo a me 13 anni fa, non nei secoli passati, oggi sarebbe un’aberrazione giuridica. Non si possono più sbattere in carcere incensurati senza almeno un colloquio, confronto. Non ci possono essere le “ Vande Osiris” impellicciate che si fanno riprendere da tv mentre scendono scale di importanti palazzi. Non si possono più pubblicare intercettazioni che nulla hanno a che fare con ipotetici reati. Io non dimentico lo squallore del “gossip pruriginoso” che ha tirato in ballo decine di persone e di famiglie. Certamente anche le assurdità delle quali sono stato vittima hanno contribuito e spinto a cambiare. Dal 2011 ad oggi questa vicenda mi è costata tra processo in senso stretto e svariate cause allo stesso legate o collaterali (alcune vinte, altre perse) qualcosa come 150.000 euro, centocinquantamila! Ovviamente tutti documentati. Cito questo dato, non per rispondere a chi per invidia e ossessione mi fa ogni volta i conti in tasca (questi soggetti sono così), lo dico perché queste cifre “pesano tanto” sulle spalle di una famiglia, sui progetti di vita, sul presente e sul futuro……e poi non dimentico che gli “statisti di maggioranza”, in comune dal 2019 al 2024, mi hanno impedito un importante risarcimento inventandosi per me la “via decadenziale dal Consiglio Comunale”. Sono contento e orgoglioso per come ho affrontato, come ho resistito a questo tsunami devastante. Questo è stato possibile per la mia consapevolezza di essere vittima di una clamorosa ingiustizia, per la mia forza e la mia tigna di combattente, quante volte ho riletto e ripensato a frasi celebri di figure che mi hanno ispirato da sempre (Che Guevara, Gramsci, Mandela che di carcere ne hanno fatto tanto e sono stati assassinati per le loro idee). Ma la forza più grande me l’hanno data le persone a me più vicine e care che purtroppo hanno dovuto subire sulla propria pelle questa incredibile vicenda: Laura, Beatrice, Rina, Rosa, Elisabetta. Non so quanto mi resterà da vivere (spero abbastanza), il tempo che verrà vorrei viverlo in tranquillità certo senza rinunciare alle mie idee e al mio spirito libero che mi ha sempre contraddistinto da quando avevo due tre anni”.
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