Il 14 febbraio è una data sempre ricordata sui social da Orfeo Goracci, con riferimento esplicito al 2012 quando il 14 febbraio venne arrestato (in quel momento era vicepresidente del Consiglio Regionale dell’Umbria) con diverse pesantissime accuse legate al suo mandato da sindaco di Gubbio. Per quelle accuse è stato dalle più gravi prosciolto per prescrizione, alla quale l’ex sindaco non ha rinunciato, e per quelle di abuso d’ufficio è stato prosciolto perché nel frattempo il parlamento ha depenalizzato il reato.
Oggi (14 febbraio) Goracci è tornato a parlare della sua vicenda giudiziaria con un post su Facebook dal titolo “14 febbraio diverso da quello degli ultimi 13 anni”.
Goracci scrive: “Ci sono date, avvenimenti che segnano la vita. Non si dimenticano. Dal 14 febbraio 2013, in tale data, ho sempre pubblicato un post dal titolo La giornata più brutta della mia vita dopo la morte di mio padre, dove traspariva chiaramente dolore, sofferenza, disgusto per l’assurda e incredibile ingiustizia subita. Oggi 14 febbraio 2025, tredici anni dopo, ripubblico il post del 19 dicembre 2024 dove si comunica che sono definitivamente fuori da quella assurda e improponibile vicenda, figlia di tante cose (il mio avere coerenza, coraggio, mai servile) e di più soggetti”.
Goracci non accenna al dispositivo della sentenza, aspettando le motivazioni, ovvero al proscioglimento per prescrizione sui reati più gravi che l’accusa gli contesta dalla notifica dell’arresto, insieme ad altri, che risale al 14 febbraio 2012 con il trasferimento al carcere perugino di Capanne.
L’ex sindaco non fa alcun riferimento alla mancata rinuncia alla prescrizione, ricordando che hanno invece rinunciato alla prescrizione altri sei imputati del processo Trust, in primo grado al tribunale di Perugia, tra ex politici amministratori, dipendenti ed ex dipendenti comunali (Maria Cristina Ercoli, Lucio Panfili, Graziano Cappannelli, Lucia Cecili, Nadia Ercoli e Paolo Cristiano).
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