Stefano Giammarioli rompe il silenzio. Può farlo, dopo la comunicazione della società che da oggi tutti i tesserati possono rilasciare dichiarazioni. Non vedeva l’ora di poter esternare, tra sentimenti in subbuglio, complimenti da fare e sassi dalle scarpe da togliersi. Ha taciuto a lungo, dopo la conferenza stampa del 30 gennaio subito dopo la partita persa dal Gubbio al “Barbetti” contro la Sambenedettese perché aveva sentito qualcosa che non gli piaceva nello stanzone della dirigenza e voleva proteggere Torrente e la squadra. E’ stato messo sotto silenzio anche a mercato chiuso, fino a quel particolare del portiere Savelloni (pure sfortunato) annunciato come un acquisto del presidente Notari senza sapere chi avesse tessuto la tela con i fedelissimi del cerchio magico visto che Giammarioli era stato esautorato.
Una valutazione sul campionato del Gubbio.
“Considerando i problemi e le difficoltà iniziali, compreso il ritiro come tante altre squadre, il mister e lo staff hanno fatto davvero un ottimo lavoro. Peccato non essere entrati nei playoff. La vittoria nel derby col Perugia resta una straordinaria pagina di storia, tra le soddisfazioni e le emozioni più belle”.
Come si sente a livello personale?
“Ho passato dei mesi veramente difficili, soprattutto dal punto di vista umano. Non riesco ancora a capire come sia successo tutto questo e concentro la mia delusione su due aspetti, il fatto che io non ho mai litigato con Notari e un silenzio stampa di oltre tre mesi che reputo umiliante. E’ stato offensivo per me e la mia famiglia essere coinvolto in certe vicende come se ne fossi stato il fomentatore, pensando a quanto tutto il mondo abbia giustamente condannato parlando delle croci come di un gesto macabro. Non accettiamo io miei familiari solo venirne accostati”.
Cos’è mancato per i playoff?
“Ci abbiamo provato fino all’ultimo. Ho vissuta in modo indiretto la stagione nell’ultimo mese e mezzo per le vicende conosciute. Torrente con i ragazzi ce l’hanno messa tutta e ciò non intacca l’annata, avendo raggiunto la salvezza con larghissimo anticipo”.
A chi assegna l’Oscar della squadra?
“Gomez ama il Gubbio come pochi ed è un valore assoluto anche come professionista esemplare. Pellegrini l’ho voluto io insieme a Torrente, conoscevo le qualità per averlo visto da vicino e si è rivelato un valore aggiunto. Torrente è stato bravo a gestirlo”.
Torrente ha fatto la differenza?
“Lui sa tutto, il legame che ho con lui si avvicina molto a considerarlo un fratello. Non ho mai litigato con lui, se ci sono state delle incomprensioni non sono state tecniche e gestionali ma solamente legate a un certo metodo eugubino che per fortuna comprende pochissimi. Verso di lui c’è una stima infinita, credo che Notari abbia fatto una mossa importante a metterlo sotto contratto per le prossime due stagioni. Non nascondo che mi sarebbe piaciuto vivere un’altra stagione con lui e il presidente. Gli auguro il meglio”.
Pensa che il prossimo sarà un Gubbio da Serie B come ha promesso Notari?
“Nel calcio fare promesse rischia di essere un boomerang bestiale. Bisogna programmare e questa squadra ha delle basi importanti, spero che si continui su questa linea. Parlare di B non è una cosa positiva, creare aspettative può risultare controproducente. Meglio concentrarsi su organizzazione e struttura che Torrente dall’alto della sua esperienza può trasmettere, come fare investimenti sulla squadra e anche l’organizzazione, ricordando che su questo il mister ha battuto molte volte i pugni sul tavolo”.
Conosce il suo successore Mignegmi?
“E’ un giovane e come tutti i giovani va aiutato. E’ un collega, noi professionisti veri e seri tra colleghi abbiamo il codice del rispetto e della collaborazione. Gli faccio in bocca al lupo, tutti devono stargli vicino”.
Si parla di rivoluzione dell’organico.
“Questo mi dispiacerebbe, ma decideranno altri. Ho trovato un gruppo di ragazzi seri con una spessore umano e professionale. Tecnicamente è una delle squadre più forti che ha avuto Notari”.
Zoppis ha detto che Notari avrebbe dovuto tenersi stretto Giammarioli.
“Qualcuno ha voluto rovinare questo mio rapporto con lui e non so perché, magari un giorno il presidente, che io chiamo semplicemente Sauro, mi spiegherà. Volevo riportare qualcosa di buono con le esperienze che ho avuto, tra Italo Castellani, Simoni e il cavalier Arvedi. Forse ho sbagliato qualcosa, ma quella famosa conferenza stampa la rifarei come ne ho fatte tante, considerando il momento e la situazione anche prima della gara infrasettimanale di Arezzo dopo certi commenti seguiti a Gubbio-Sambenedettese. L’hanno capito solo i giocatori, che mi hanno ringraziato”.
Il Perugia ha vinto meritatamente il campionato?
“Vittoria della furbizia del presidente Santopadre che è stato in silenzio, parlando pochissimo. Lo stimo, è uno testardo. Caserta è bravo, l’ho detto fin dall’inizio che è un emergente tra i più validi in circolazione. Merita i complimenti, è stato un grande gestore.
Chi vincerà i playoff?
“Io penso soprattutto a due squadre, Avellino o Padova”.
Nel futuro di Giammarioli cosa c’è?
“Innanzitutto devo incontrare il presidente Notari che voglio salutare con affetto. Poi mi dedicherò, dopo le vicende personali compresa la scomparsa di mio padre, a tornare a fare il professionista fuori dalla mia città continuando a tifare la squadra della mia città”.
Cosa pensa del cerchio magico?
“Non ero tanto bravo in geometria… Io penso solo al rapporto con Notari”.
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