Hanno scioperato per i cambiamenti climatici ieri mattina (venerdì 6 ottobre), per salvare il mondo dall’uso e dagli investimenti nei combustibili fossili. Soltanto che davanti al liceo “Giuseppe Mazzatinti” in piazzale Leopardi, dove ci sono gli indirizzi Classico e Scienze umane, gli studenti del quinto anno che aderivano all’iniziativa nazionale, organizzata dagli attivisti di Fridays for future, hanno arroventato il clima più di ogni lotta alla combustione provando a impedire di entrare, con le buone e con le cattive, a chi non voleva partecipare alla protesta. Lo riferisce il Messaggero edizione Umbria di oggi, sabato 7 ottobre.
Chissà cosa dev’essergli passato per la testa quando hanno visto quelli che non volevano disertare le lezioni e si apprestavano a passare la mattinata in classe come se nulla fosse. Si chiama libertà di aderire o meno a uno sciopero, di cui si stava parlando da qualche giorno e che in questo periodo ogni anno diventa un appuntamento classico trovando più o meno un argomento sul quale convergere per non andare a scuola, restare a casa oppure ritrovarsi in corteo con tamburi e qualche coro per le vie cittadine, com’è successo ieri a Gubbio e in molte altre città.
Così si sono piazzati sulla strada che porta nel piazzale, hanno chiuso il cancello d’ingresso, che poi il personale dell’istituto ha riaperto, e hanno formato un cordone per impedire di entrare agli altri, specie i più giovani, che volevano seguire le lezioni. Sono volati spintoni, schiaffi e qualche pugno che ha alimentato le tensioni. C’è stato, però, un episodio particolarmente grave che ha lasciato un segno pesante, ha provocato subito reazioni a catena e adesso potrebbe avere strascichi. Uno studente minorenne del secondo anno è stato colpito da un ragazzo maggiorenne che alla fine di quest’annata scolastica dovrà sostenere gli esami di maturità. Il ragazzo è stato raggiunto da più di un pugno in pieno volto e ha cominciato a sanguinare.
È successo fuori dal cancello, mentre c’era già stato chi aveva forzato il blocco prendendosi qualche rischio per riuscire comunque a entrare a scuola. C’è stata la mobilitazione degli altri studenti presenti e della scuola per soccorrere il giovane dolorante e finito sotto choc. Il dirigente scolastico, Maria Marinangeli, ha convocato i genitori dei due giovani davanti al minorenne profondamente turbato e il maggiorenne che sarebbe rimasto a testa bassa senza dire una parola. La vicenda potrebbe finire in tribunale con l’accusa di lesioni personali, mentre dall’istituto verranno esaminati i fatti e si prospettano dei provvedimenti disciplinari pur se l’accaduto è avvenuto sulla strada pubblica.
Qualche genitore ha raccontato di episodi spiacevoli nei confronti del proprio figlio ed è intenzionato a riportare i fatti in seno agli organismi del Mazzatinti. Gli slogan della manifestazione studentesca di ieri riconducevano tutti alla volontà «di resistere, non resteremo a guardare mentre il mondo viene condannato a morire. Possiamo vivere senza combustibili fossili, ma non sopravvivremmo un giorno senza le risorse del pianeta. Non possiamo bere il petrolio». Evidentemente non avevano messo in conto i metodi impositivi e violenti per affermare certe convinzioni.
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