Sciopero, scarsa adesione in piazza Grande per la Palestina: il sindaco Fiorucci cavalca la protesta studentesca senza nominare Hamas

Il sindaco Vittorio Fiorucci sulla scalea del palazzo dei Consoli con qualche decina di studenti in piazza Grande e la bandiera palestinese alle spalle
La scuola è appena cominciata e il pretesto per fare il primo sciopero è arrivato puntuale: non la legge finanziaria, non il governo né i fondi per l’istruzione, ma stavolta la Palestina. A Gubbio l’adesione è stata scarsa, soprattutto per le iniziative di protesta. Questo non ha impedito al sindaco Vittorio Fiorucci di approfittarne per cavalcare lo sciopero degli studenti che in qualche decina si sono ritrovati in piazza Grande.
Fiorucci ha preso il microfono, poi ha diffuso sui social del Comune il proprio pensiero, senza mai nominare Hamas: “Vi ringrazio per essere qui oggi. La vostra presenza in piazza, la vostra voce, ci ricordano che la pace non è mai scontata, e che le nuove generazioni hanno la forza e il dovere di reclamarla con coraggio. Da mesi il conflitto in Medio Oriente ci consegna immagini e numeri che fanno male: migliaia di vittime civili, in gran parte bambini e donne; scuole e ospedali distrutti; intere famiglie costrette ad abbandonare le proprie case. La guerra a Gaza, così come l’attacco del 7 ottobre contro la popolazione israeliana, ci mostra quanto la violenza, da qualsiasi parte provenga, generi solo altro dolore. Come comunità eugubina non possiamo restare indifferenti. Le Nazioni Unite, la comunità internazionale, tante organizzazioni umanitarie chiedono un cessate il fuoco immediato, la protezione dei civili, la liberazione degli ostaggi. Anche noi, con un ordine del giorno approvato in Consiglio comunale, ci siamo uniti a questo appello. La nostra città ha sempre coltivato valori di pace, solidarietà e dialogo tra i popoli. Abbiamo condiviso progetti concreti con la Palestina, come il Training Safety Center di Ramallah, che ha dato strumenti di crescita e di lavoro a tante persone. Abbiamo acceso idealmente l’albero di Natale di Gubbio con la luce che viene da Betlemme, un gesto simbolico che ha unito due comunità lontane ma vicine nello spirito. San Francesco e il lupo di Gubbio ci insegnano che persino i conflitti più duri possono trovare una via di riconciliazione. Oggi più che mai quel messaggio è attuale: non dobbiamo essere lupi gli uni per gli altri, ma riconoscerci fratelli e sorelle, pur nelle nostre differenze di storia, cultura e religione. Per questo, a nome dell’amministrazione comunale, ribadiamo la nostra condanna di ogni forma di terrorismo e di violenza. Sosteniamo la richiesta di cessare il fuoco a Gaza, di aprire i corridoi umanitari, di liberare gli ostaggi. Crediamo nel diritto alla sicurezza per Israele e per la Palestina, e nel progetto di due Stati per due popoli, come unico cammino verso una pace giusta e duratura. Ragazze e ragazzi, custodite la forza del vostro impegno. La pace non si costruisce in un giorno, ma ogni gesto conta. E oggi, il vostro esserci qui, è un seme che può germogliare”.