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Stangata Tari, social roventi. Volano accuse: chi ci guadagna? Siparietto tra Zaccagni e Carini

Le bollette della Tari hanno scatenato un putiferio. La tassa dei rifiuti che sta arrivando nelle famiglie sotto Ferragosto sta suscitando reazioni infuriate. Viene definita una vera e propria stangata con gli importi in molti casi aumentati e gravosi per le famiglie in un momento così difficile, specie per i pensionati che vivono soli e arrivano a pagare fino a 150 euro anche in appartamenti da 60 metri quadrati.

Sui social si susseguono attacchi e accuse in tutte le tinte. Nel mirino è finita l’Amministrazione Comunale che si difende dicendo che per gli appartamenti sotto i 200 metri quadri gli importi sono calati, anche se chi si è rivolto agli uffici comunali si è sentito dire che in realtà il calo riguarderebbe gli appartamenti sotto i 140 metri quadrati.

Su Facebook si è aperto un dibattito articolato. C’è chi ha fatto presente che “il problema è a monte. Il Comune di Gubbio fa pagare cara la Tari perché fa il porta a porta con la differenziata. La raccolta è gestita da una società terza, che ha vinto un appalto. La differenziata come si fa a Gubbio, e in molta parte d’Italia, non serve a niente. Perchè solo il 20 per cento delle cose che si separano si riciclano per davvero. L’80 per cento viene bruciato o buttato lo stesso in discarica. Dunque i cittadini di Gubbio pagano, in bolletta, un servizio di raccolta e separazione inutile e costoso. Ci guadagna solo la ditta esterna appaltatrice. La stessa scienza che viene esaltata per il Covid riporta che solo il 20 per cento di quello che si separa viene effettivamente riciclato. A Londra, per esempio, si separa pochissimo, solo i rifiuti effettivamente riciclabili. Non scopro certo io che in Italia, e Gubbio non fa differenza, l’immondizia sia un lucroso business (per le aziende appaltanti, sempre esterne). La raccolta differenziata è solo la versione verde di un’industria che nasconde molte magagne e interessi economici”.

Ha preso posizione, in risposta su Facebook perché chiamato in causa, il consigliere comunale Michele Carini della Lega: “Nel distretto trevigiano gestito da Contarina il sistema funziona. Tariffa puntuale, riciclo e riuso, differenziata sopra l’85 per cento discariche chiuse e recupero energetico minimo. Qui si sconta una gestione pessima sul tema a livello regionale dove il piano rifiuti non è mai stato attuato e abbiamo un’impiantistica pressoché inesistente. A livello locale agli annunci pomposi al grido Rifiuti zero non corrispondono i fatti. Differenziata che da sempre arranca, un centro del riuso pronto ma non si sa perché non viene aperto ed una discarica che è sul groppone dei cittadini considerando che non è nel costo del sevizio incluso nella Tari”.

E si è aperto un simpatico siparietto tra lo stesso Carini e Francesco Zaccagni dei Socialisti Civici Popolari che sta in maggioranza e rilancia sulla validità del sistema raccolta differenziata condividendo le posizioni di Carini in un connubio anche sorprendente che sembra quasi andare incontro a quanti sostengono come a Gubbio vi sia una continua confusione tra maggioranza e minoranza, divisa solo nel gioco delle parti.