Il sindaco di Gubbio, Filippo Mario Stirati, interviene a seguito dell’interrogazione del consigliere regionale Thomas De Luca del Movimento 5 Stelle e della risposta dell’assessore Michele Fioroni a proposito della promozione di un progetto per sostenere Gubbio come polo nazionale dell’idrogeno per la produzione del cemento.
In particolare, De Luca aveva chiesto alla giunta regionale se intendesse prendere parte attivamente alla creazione di un polo nazionale, congiuntamente al sindaco di Gubbio, alle cementerie del territorio, agli enti di ricerca, alle associazioni e ai comitati locali, cogliendo e integrando tutte le opportunità e le risorse messe a disposizione dal Pnrr e dagli ulteriori piani europei sulla transizione ecologica e il green deal, costituendo un hub per la sperimentazione, la ricerca, il trasporto, la produzione e lo sviluppo tecnologico al sostegno delle filiere di transizione verso l’idrogeno.
“Il tema sollevato da De Luca – sottolinea Stirati – è la vera grande questione che abbiamo davanti. Il Comune di Gubbio è prontissimo a discutere di strategie ambientali ed energetiche e di transizione ecologica, non riducendo la questione ad aspetti contingenti e soluzioni ponte, ma guardando concretamente e con lungimiranza al futuro. Restando comunque in attesa, ormai da quasi un mese, del tavolo regionale, abbiamo aperto anche un fronte con i sindacati, con l’idea di portare avanti un progetto di transizione volto alla decarbonizzazione e all’innovazione tecnologica. Siamo certi che l’idrogeno possa rappresentare una delle tecnologie in grado di contribuire a centrare l’obiettivo europeo del -55% di emissioni di Co2 entro il 2030. Pensare a processi industriali puliti e sostenibili per la produzione di un materiale insostituibile nelle infrastrutture e nelle costruzioni, quale il cemento, deve essere l’obiettivo principe. Intendiamo capire come le nostre imprese, a partire proprio dai cementifici – chiude Stirati – abbiano intenzione di traguardare proprio questo obiettivo della riduzione delle emissioni da qui ai prossimi dieci anni”.
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