Lontani da casa, nella morsa della paura sperando che l’incubo finisca presto. Prigionieri dell’emergenza coronavirus fuori dai confini, intrappolati dall’Erasmus e dai Paesi che bloccano a singhiozzo i collegamenti. Ci sono gli studenti di Gubbio costretti a restare all’estero,
nonostante le rassicurazioni del governo Conte che parla di aiuti concreti con soluzioni per farli rientrare. Niente di tutto questo, se non muoversi in totale autonomia con tutti i rischi del caso. Una ventunenne che studia a Siena si trova nel nord-ovest della Spagna, in Galizia, da oltre due mesi. L’università presso cui è appoggiata ha chiuso i battenti e i corsi sono ormai da qualche giorno solamente on line. Lo stesso problema c’è stato per due giovani in Inghilterra, con i loro familiari che hanno organizzato da soli il viaggio di ritorno dei propri figli sfruttando certe situazioni. La ragazza, invece, sta chiusa in casa e si muove il minimo indispensabile con ogni cautela, tenendosi costantemente in contatto con familiari e amici.
I familiari della ragazza in Spagna si stanno impegnando per farla tornare a casa, ma hanno ricevuto solo garbate risposte che sostanzialmente invitano ad arrangiarsi in proprio senza alcun sostegno se non a livello di informazioni sommarie. Sono stati sollecitati lo stesso ateneo senese attraverso contatti anche telefonici, e via posta elettronica l’unità di crisi del
ministero degli Esteri e l’ambasciata d’Italia a Madrid. Le risposte sono però tanto disarmanti quanto pilatesche. Dalla Farnesina, la segreteria generale dell’unità di crisi ha risposto ai familiari della giovane che “vi sono possibilità di rientri ma, data la fluidità della situazione anche in Europa, è necessario rivolgersi direttamente alla compagnia aerea o società di trasporti.
Sono da valutare anche soluzioni di rientro via terra (auto, treno). Il problema delle chiusure progressive dei voli è globale. Le assicuriamo comunque che potrà contare sul massimo supporto da parte delle nostre sedi all’estero. Sul sito Viaggiare Sicuri potrà anche trovare tutte le informazioni disponibili sulla situazione nel Paese in cui si trova e sugli eventuali Paesi di transito”. Sono stati attivati tre voli speciali con Alitalia, in partenza da Madrid e Malaga verso Roma entro il prossimo week end. Ma come dovrebbero raggiungere i due scali chi sta lontano, come la studentessa eugubina, non è dato sapere. Lei sta a oltre seicento chilometri da Madrid e a più di mille da Malaga. Sarebbe un’odissea più che un viaggio di ritorno, con tutti i rischi del caso. “Le inviamo la situazione attuale per i rientri . scrivono dall’Ambasciata d’Italia a Madrid -, sempre tenendo conto che la situazione potrebbe variare in qualsiasi momento, senza che questo ufficio possa prevederla in anticipo”.
L’ambasciata consiglia esplicitamente di “non viaggiare restando nell’attuale domicilio e se si viaggia sarà esclusivamente sotto la propria responsabilità”. Vengono quindi proposte una serie di soluzioni, lasciando però che ciascuno faccia tutto da solo tra la possibilità di volare soprattutto verso altri scali europei, oppure prendere il traghetto della linea Barcellona-Civitavecchia con l’aumento dei rischi di contagio e anche le difficoltà di raggiungere la città spagnola che nel caso della giovane eugubina dista oltre mille chilometri.
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