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Sulla Costa Diadema attraccata a Piombino c’è anche una giovane eugubina

La Costa Diadema attraccata a Piombino

Quando ha visto terra, non l’è parso il vero. Anche per la giovane di Gubbio del personale di servizio è stata la fine di un incubo lo sbarco a Piombino della nave Costa Diadema con 1.255 persone a bordo, tra cui 155 italiani, che hanno vagato in mare alla ricerca di un porto dove poter attraccare. Perciò l’equipaggio, lei compreso, ha gridato a squarciagola “Grazie Toscana” apprestandosi a toccare il suolo. La ragazza è stata sottoposta al tampone, come tutto l’equipaggio, seguendo scrupolosamente le indicazioni mentre ha continuato a lavorare. Ci sono una ventina di persone con la sintomatologia tipica del coronavirus, come prospettato dall’Usmaf, il servizio sanitario marittimo, dopo i controlli eseguiti a bordo.

I guai per la Costa Diadema sono cominciati quando Costa Crociere, dopo un caso positivo all’interno della compagnia di navigazione, aveva deciso di sospendere tutti i viaggi di piacere, compreso quello della Diadema che per questo il 14 marzo scorso aveva sbarcato tutti i passeggeri a Dubai per poi rientrare in Italia, con scalo per un rifornimento nel canale di Suez. Ma il rientro nelle acque del Mediterraneo è diventato problematico perché si sono rifiutati di accoglierla i porti di Cipro, Gioia Tauro, Civitavecchia e Marsiglia.

Dopo giorni di incertezza e paura, l’impasse si è sbloccato ieri con il via libera all’approdo da parte del sindaco di Piombino, Francesco Ferrari che, su richiesta del ministro delle Infrastrutture e Trasporti, Paola De Micheli, ha consentito l’attracco della nave lunga 306 metri, la più grande mai entrata nel porto toscano. «Ho avuto rassicurazioni da parte del ministro – ha fatto sapere sui social il sindaco Ferrari – che i malati saranno trasferiti negli ospedali nazionali con mezzi idonei e dedicati. I restanti membri dell’equipaggio, parte dei quali di nazionalità italiana, rimangono in quarantena obbligatoria a bordo, quotidianamente monitorati dal personale medico sanitario per evitare contatti».

Le persone a bordo dovranno restare in attesa delle operazioni di sbarco da effettuarsi con la massima sicurezza da un punto di vista sanitario. I primi a sbarcare dalla nave saranno comunque le venti persone che sono sospettate di essere state contagiate, mentre si stanno organizzando i voli charter che riporteranno i passeggeri nei propri paesi d’origine.