Per vedere il nuovo traliccio della telefonia mobile già impiantato basta svoltare a destra scendendo da via Perugina, poco dopo la mini-rotonda, verso la strada per Ferratelle. Dopo qualche decina di metri, buttando lo sguardo sulla destra, ecco apparire un lungo palo pronto a ospitare le antenne. Tutta l’operazione è fin qui passata sotto silenzio. A palazzo Pretorio hanno fatto finta di niente, dapprima la Giunta Stirati, quando nel dicembre 2023 è stato concesso dal Comune il permesso a costruire, e poi quella di Fiorucci quando nel settembre 2024 sono cominciati i lavori. I politici, come al solito, preferiscono tacere e fare finta di nulla se nessuno tira fuori le faccende che potenzialmente sono un problema, se non un pericolo. Stavolta non hanno alzato un dito, almeno finora, neanche gli ambientalisti che fanno le battaglie a singhiozzo, spesso con condotte che appaiono incoerenti. Resta un mistero come può essere sfuggita un’operazione del genere e soprattutto dal forte impatto. C’è da aspettarselo da chi milita in questo o quel partito, e anche da chi abitualmente si occupa dell’informazione ordinaria fatta rilanciando comunicati e confidenze autoincensanti, ma in questa storia sorprende il silenzio assordante dei movimenti che solitamente assicurano di vigilare sempre attentamente sui temi dell’ambiente. E questo è un problema ambientale, sia per le ripercussioni che potrebbe avere un impianto di telefonia che per l’impronta lasciata in una zona dove si apre una bella visuale sulla città.
CASO PADULE. Sorprende che nessuno abbia fin qui tirato fuori la vicenda, ricordando invece il frastuono che ci fu a metà novembre 2015 quando i residenti di Padule, con striscioni e slogan, protestarono aspramente arrivando fino in piazza Grande per dire no all’installazione di una nuova antenna di telefonia mobile in un terreno a ridosso dell’uscita dalla variante, nella zona industriale della frazione. In quell’occasione si costituì un comitato informale che chiese di sospendere i lavori di costruzione a pochi metri da alcuni capannoni industriali e da abitazioni. Filippo Mario Stirati cercò di tranquillizzare tutti: “Verificheremo cosa poter fare. In altri casi analoghi la semplice ordinanza di sospensione dei lavori non è stata sufficiente perché il parere dell’Arpa è positivo e tutela sia la società telefonica che i proprietari dell’area dove sorgerà il ponte di trasmissione”. Il sindaco a gennaio 2016 bloccò tutto con un’ordinanza “di sospensione dei lavori, con riferimento alla stazione radio base, al fine di assicurare alla cittadinanza la minimizzazione dell’esposizione ai campi elettromagnetici e garantire nel contempo pace sociale e ordine pubblico”, con il conseguente ricorso al Tar dell’Umbria da parte di Wind.
NESSUNA TUTELA. Da palazzo Pretorio non è mai stato reso pubblico un piano per gli impianti di telefonia mobile, neppure quando a maggio 2020 il Tar ha dato ragione alla Wind e costretto il Comune a pagare, con i soldi dei cittadini, perfino 1.500 euro di spese legali sui quali la Corte dei Conti dell’Umbria ha ritenuto di non ravvisare il danno erariale. Nelle motivazioni del Tar regionale venne spiegato come “l’opera sia stata nel frattempo realizzata in forza del parere positivo rilasciato dall’Arpa Umbria e in assenza di ulteriore attività ostativa da parte del Comune di Gubbio”. Il ricorso venne giudicato fondato dal collegio in quanto “il provvedimento impugnato non evidenzia, con congrua motivazione, una reale situazione di pericolo eccezionale e imprevedibile, a fronte del conseguimento, da parte della società ricorrente, dei titoli abilitativi per la realizzazione del contestato impianto di trasmissione”. Ora c’è un nuovo traliccio, ma stavolta tra assordati silenzi.
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