Lo spettacolo dei bambini ceraioli è imperdibile, coinvolgente, emozionante. Il modo migliore, la Festa dei Ceri Piccoli, per chiudere il 2 giugno la lunga corsa del 2024 cominciata il 15 maggio e proseguita la domenica successiva con i Ceri Mezzani. Se la sono goduta il Primo Capitano Bryan Bazzucchi, il Secondo Capitano Francesco Maria Bifarini, i Capodieci Giampiero Fiorucci di Sant’Ubaldo (capocetta Nicolò Moscatelli), Andrea Orsini per San Giorgio (capocetta Emiliano Fiorucci) e Davide Bianchi di Sant’Antonio (capocetta Francesco Sollevanti), con l’alfiere Beatrice Lanuti e il trombettiere Alessandro Ercoli. La scena più bella all’arrivo in basilica sul monte Ingino, dopo circa dodici minuti impiegati per risalire quasi 1.600 metri dei tornanti che portano davanti l’urna del patrono Sant’Ubaldo. Nessuno ha chiuso il portone del chiostro e i santubaldari hanno aspettato che entrassero anche San Giorgio e Sant’Antonio per smontare i Ceri (pesano circa 40 chili e sono alti 150 centimetri) e concludere la corsa tutti assieme.
L’epilogo è stato salutato da applausi ed elogi, con una risposta forte rispetto al finale del 15 maggio pieno di agonismo, competitività, tensioni e perfino scene di violenza. Con i Ceri Piccoli non succede ed è una lezione di civiltà per lasciare l’impronta migliore, riaprendo la riflessione su come debba concludersi la corsa e il pensiero già rivolto all’anno giubilare 2025. Attorno ai piccoli ceraioli, che ieri hanno sfidato la pioggia passando trovando pure il sereno, ci sono state le solite intromissioni degli adulti, nonostante gli appelli a lasciar esprimere i bimbi in tutta libertà. Anche stavolta, lungo il percorso, si sono viste situazioni imbarazzanti con gli adulti a condizionare i protagonisti che hanno dato l’anima per far andare al meglio i Ceri.
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