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Il comizio di Stirati un delirio alla “talebana”: attacchi a cementerie, Gubbio calcio e professionisti dell’informazione

Un momento del comizio di Filippo Mario Stirati al centro servizi Santo Spirito

Ha scelto i toni forti il professor Filippo Mario Stirati per congedarsi da sindaco dopo due mandati, con un comizio pieno di insulti e veleni. Ha chiamato a raccolta al centro servizi Santo Spirito, giovedì scorso 23 maggio, i fedelissimi, soprattutto quelli senza lavoro a cui per anni ha riservato un posto in giunta fino a perdere i collaboratori migliori che un’occupazione ce l’avevano. C’erano soprattutto collaboratori a libro paga del Comune, parenti, candidati e militanti. Ha convocato anche le associazioni trascinandole nel pieno della campagna elettorale. Ha parlato pieno di livore, rivolgendosi soprattutto al popolo dei “talebani” in sala, a cominciare dai LeD (Liberi e Democratici) che gli hanno promesso di sostenerlo per le successive elezioni regionali pensando al ticket Stirati-Tasso per continuare a esercitare il potere a palazzo Pretorio e mettere un piede in Regione.

Ma soprattutto ha perso la testa, usando espressioni, accuse e critiche pesantissime che hanno ricordato il primo Beppe Grillo agli albori del Movimento 5 Stelle (curioso: Stirati si è alleato e ha elogiato i grillini che per lunghi anni hanno dato dei ladri e rovina-Paese ai socialisti, dai quali Stirati proviene). Con quel modo di fare ha ricordato anche Orfeo Goracci che da sindaco amava, come Stirati, con una mano chiedere e con l’altra menare i cementieri della città da sempre disponibili ad appoggiare i progetti per la città ricercando un clima di serenità e costruttivo.

Stirati ha reso conto ai suoi maggiori azionisti, cioè i LeD, e chi in Giunta è stato voluto dai poteri forti professionali che hanno preferito dirottare qualcuno a palazzo Pretorio a spese della collettività invece che accollarselo nei propri uffici. Stirati è apparso divisivo nell’arringare la parte di platea intrisa d’odio sociale e al limite dell’ignoranza.

Se l’è presa perfino con la Gubbio Calcio, accusata di non aver voluto collaborare per trovare soluzioni sullo stadio “Barbetti” sebbene il presidente Sauro Notari si sia prodigato ripetutamente per favorire il prolungamento della convenzione che scade nel 2025, al fine di poter procedere con gli interventi strutturali necessari per rendere l’impianto all’altezza delle norme e assicurare ai colori rossoblù il proseguimento di un ciclo sportivo straordinario nel professionismo.

Ha parlato di professionisti dell’informazione “prezzolati”, dimenticando quei soggetti in cerca di strapuntini che si sono candidati dalla sua parte dopo aver ricevuto incarichi e soldi dalla sua Amministrazione Comunale (ci sono esposti che incoraggiano con assoluta fiducia l’attesa per i controlli) e bollati come “ingrati” quelli che liberamente si sono candidati con altre liste (forse perché avendo preso incarichi e soldi dalla sua Giunta dovevano dare segni di riconoscenza?).

Ha attaccato a testa bassa le cementerie (buone solo quando gli hanno finanziato progetti e iniziative) e gli avversari politici (meno che l’ambientalista Della Porta e si capisce perché) per fare la vittima di chissà quale sistema. Ha emulato Goracci e chissà se la cosa gli porterà fortuna. Il professore ha perso la testa, dimenticando lo stile e lo spessore culturale che gli è sempre stato riconosciuto. La politica può generare mostri, oppure riesce a trasformarvi stimati insegnanti. Povera Alessia Tasso, l’hanno fatta prigioniera i “talebani” e a 35 anni non se lo merita.