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Federico Benini di Winpoll: “Vi spiego come funziona un sondaggio”

L'esperto di sondaggi Federico Benini

Elezioni e sondaggi. Ne abbiamo parlato con il dottor Federico Benini, 35 anni, veronese, direttore ricerca dell’azienda Winpoll, da lui fondata nel 214, istituto di statistica che svolge indagini demoscopiche e di mercato su tutto il territorio nazionale. Winpoll analizza il consenso di politici, istituzioni, aziende, amministratori locali e aspiranti tali attraverso indagini quantitative realizzate sul territorio interessato. Conduce indagini di mercato per istituzioni e aziende al fine di fornire una chiara analisi, propedeutica ad azioni di marketing strategico e operativo. Mette a disposizione il suo centro ricerche a istituti e agenzie che svolgono in outsourcing il servizio di indagini quantitative di mercato. Dottor Benini, come si realizza un buon sondaggio? “Ci sono alcuni elementi fondamentali per realizzare un sondaggio attendibile, che ricordo essere una fotografia nel momento esatto in cui vengono somministrate le interviste e non una previsione di voto. Innanzitutto, è bene predisporre un buon campionamento della realtà territoriale oggetto dell’intervista. Occorre che il campione venga riponderato su quelle che sono le fasce d’età della popolazione obiettivo, del genere e ancora più importante è la ponderazione sul voto storico. Il questionario, poi, deve essere chiaro e semplice, con domande poste con obiettività da intervistatori esperti che sanno mettere a proprio agio la persona che sta dall’altra parte del telefono”. La difficoltà maggiore? “È proprio la ponderazione dei dati in fase di elaborazione. Ogni istituto applica in modo autonomo i pesi di ponderazione che sicuramente comprendono una piccola parte di astrazione. Teniamo sempre in considerazione che difficilmente si va a intervistare una popolazione di addetti ai lavori e quindi spesso le risposte che vengono date non sono complete o comunque posso dimostrare degli elementi di incoerenza. La capacità del sondaggista in fase di elaborazione è di portare alla coerenza alcune risposte o non risposte, spesso andando a riascoltare la telefonata”. I sondaggi sono tutti uguali? “Possono essere di diverso tipo, da quelli telefonici (cati-cami) a quelli via mail/web/social (cawi) a quelli fatti di persona (capi). Questi ultimi proprio per l’alto costo e la profondità dell’intervista sono sicuramente più usati in ambito commerciale che politico. Noi preferiamo sicuramente l’approccio telefonico perché non si tratta di un sondaggio autosomministrato (come per i cawi) dove comunque c’è un interesse da parte dell’intervistato a compilare il questionario, ma somministrato da terzi a una persona ignara dell’intervista e quindi sicuramente dove la spontaneità e la sincerità sono un valore aggiunto alla qualità dell’intervista”. Cosa fa la differenza tra un sondaggio e l’altro? “Sicuramente elementi che vanno a incidere sulla differenza di un sondaggio rispetto a un altro sono la numerosità campionaria (noi sconsigliamo ai clienti, anche dei Comuni più piccoli, di svolgere meno di 350 interviste), la bravura degli intervistatori (che è un aspetto sempre più importante) e un questionario che possa essere semplice e intuitivo per tutti”.