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Incenerimento dei rifiuti. Rinviata in Commissione la proposta del consigliere regionale Fora. Scontro sulle prospettive della chiusura del ciclo

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Palazzo Cesaroni a Perugia sede del Consiglio Regionale dell'Umbria

Il Consiglio Regionale dell’Umbria ha votato oggi il rinvio in Commissione della mozione proposta dal consigliere Fora (Patto civico per l’Umbria) che impegnava la Giunta regionale a “sospendere qualsiasi rilascio di autorizzazione dell’utilizzo del combustibile solido secondario (Css) nei cementifici, fino all’approvazione da parte dell’Assemblea del nuovo Piano regionale dei rifiuti, al fine di non pregiudicarne l’esito e l’impostazione complessiva, che andrebbe perciò a contrastare con le linee programmatiche della stessa Giunta”. Ci sono stati 18 sì e un no di De Luca del Movimento 5 Stelle.

È stato lo stesso proponente, al termine del dibattito in aula – riferisce Regione Umbria News – Acs, informazione istituzionale Assemblea legislativa -, a proporre il rinvio dell’atto di indirizzo all’organismo consiliare, spiegando che “il percorso verso un nuovo piano regionale dei rifiuti illustrato dall’assessore Morroni mi sembra condivisibile. Rinnovo la proposta di rinvio in Commissione, per evitare che su questi temi il ragionamento venga eccessivamente ideologizzato. Alcune comunità vivono con preoccupazione questo tema e dovrà quindi essere coinvolta sulle relative scelte. Per quanto riguarda la richiesta dei cementifici di Gubbio, essa verrà giustamente valutata dagli uffici da un punto di vista tecnico per poi procedere con gli atti amministrativi conseguenti”.

Nell’illustrare l’atto, Fora ha evidenziato che “quello sulla chiusura dei rifiuti è ormai un dibattito annoso e lo è anche, da qualche anno, il possibile utilizzo dei cementifici per il Css. Temi che rischiano di diventare di scontro ideologico. Crediamo in un sistema di gestione dei rifiuti che faccia diventare il rifiuto una risorsa, puntando ad un sistema di gestione sostenibile sul piano ambientale, sociale ed economico. L’Europa fissa entro il 2030 il riciclaggio al 65 per cento e lo smaltimento e conferimento in discarica al 10 per cento. Su questi numeri l’Umbria deve ancora lavorare molto. Dobbiamo guardare alla gerarchia dei rifiuti che si fonda su prevenzione, preparazione per il riutilizzo, riciclaggio, recupero di energia ed infine smaltimento. La discussione va spostata a monte della filiera e non alla parte terminale di essa, attraverso la progressiva riduzione dei rifiuti non inviati a riciclaggio. L’assessore Morroni ha già specificato che la procedura avviata dalle due cementerie per l’utilizzo di Css ha caratteristiche squisitamente tecniche, non trattandosi di modifiche sostanziali dell’autorizzazione integrata ambientale (Aia). La modalità di ricerca di fatto esclude la partecipazione formale dei Comuni e della cittadinanza. Al tema del Css non ritengo si debba attribuire un valore ideologico, ci sono studi e dati che testimoniano che l’uso del Css combustibile comporta la riduzione delle emissioni di Co2 ed altre Regioni ne hanno già autorizzato l’uso. Personalmente non ho approccio pregiudiziale sul tema. Il punto è che il Css si colloca a valle della raccolta differenziata, quale ultimo anello del ciclo dei rifiuti. Questa Assemblea ha il dovere e la responsabilità di supportare ed attribuire alla Giunta la necessità di ripartire dalla strategia, dalla visione, dal progetto su cui vogliamo costruire per l’Umbria un progetto per il suo rilancio. La mia proposta non è quella di votare contro il conferimento di Css alle cementerie, ma di costruire e di individuare prima il progetto e la strategia”.

Thomas De Luca del Movimento 5 Stelle ha dichiarato che “serve un cambio di paradigma radicale, invece si prosegue con le modalità del passato. Serve una discussione alla luce del sole e che non si basa solo sugli interessi di una parte. Bisogna fare un ragionamento politico sul Css: andando ad aprire quella breccia si apre la porta alla chiusura del ciclo attraverso quello strumento, il recupero energetico, la combustione. Allora poi faremo la raccolta differenziata per fare un Css più economicamente vantaggioso per chi lo dovrà bruciare. Energia e rifiuti non si devono mai incontrare perché non dobbiamo produrre rifiuti per bruciarli. La riduzione a monte dei rifiuti richiede un cambiamento culturale e strutturale della nostra economica. Dobbiamo pensare a soluzioni che permettano il riuso e l’allungamento della vita dei prodotti. Se faccio un sistema di rifiuti basato sulla produzione di combustibile, tutto sarà finalizzato a migliorare questo prodotto. L’obiettivo è aumentare al massimo la raccolta differenziata e fare un ragionamento sulla governance pubblica delle nostre società. L’impianto Asm può diventare un punto di riferimento per tutto il Centro Italia. Due impianti di questo tipo a valle della raccolta differenziata andrebbe verso l’abbandono della produzione del Css. L’obiettivo deve essere l’economia circolare: produzione, consumo, riciclo, produzione. Questo è il meccanismo del futuro. Discutere del Css, dell’infinitesimo a valle, è veramente paradossale”.

Daniele Carissimi della Lega ha evidenziato che “i rifiuti saranno il tema principale dei prossimi mesi. Il Css non è nulla di nuovo, e non lo era neanche nel 2009 e nel 2014 quando nello scenario evolutivo del piano rifiuti si richiamava il Css come il futuro, come il miglioramento della situazione dei rifiuti in Umbria. Concordo sul fatto che sia una delle soluzioni per gestire i rifiuti in maniera più adeguata. Sul Css la vecchia legislatura ha stabilito degli obiettivi. Quando parliamo di economia circolare, di potenziamento impiantistico, parliamo sempre di Css. Il Css ha innumerevoli vantaggi ed è una soluzione che non può essere non considerata. L’auspicata economia circolare ormai è un obbligo di legge. Non possiamo non affrontare questo problema. Il Css non è da demonizzare. Concordo con la mozione quando dice che le scelte riguardo al Css non possono essere fatte adesso ma andranno fatte dopo la discussione sul piano dei rifiuti. A seguito di queste valutazioni dovranno essere messe in campo delle scelte. E il Css è una soluzione opportuna che produce molti più vantaggi rispetto agli svantaggi. Concordo che prima si studia e poi si decide sul Css. Non sono d’accordo con la parte della mozione che demonizza il Css definendo l’incenerimento come smaltimento. L’economia circolare non può prescindere dal recupero energetico che è anche co-incenerimento. La mozione chiede alla Regione di non rilasciare i titoli autorizzatori ai cementifici, ma la Regione non può sottrarsi al rispetto delle regole e del principio di legalità”.

Michele Bettarelli del Pd ha annunciato di condividere “la mozione di Fora quando dice che ci troviamo di fronte a scelte importanti e bisogna fermarsi a ragionare. Lo faremo domattina in Commissione. Mi auguro di ascoltare delle proposte da parte dell’assessore Morroni. Ma sottolineo che l’Auri in una deliberazione del 4 giugno dice che la situazione dello smaltimento dei rifiuti in discarica è di natura pre emergenziale, e la stabilità del sistema è garantita fino al 2025, ma il sistema con altri scenari potrebbe andare in crisi in alcuni territori già nel 2022. questo mi preoccupa. Le decisioni vanno ragionate, condivise e mediate. La mozione chiede di capire dove questa Giunta intende andare e quali sono gli strumenti migliori per raggiungere questo obiettivo”.

Vincenzo Bianconi del Gruppo Misto rileva che l’assessore Morroni rispondendo questa mattina a un’interrogazione “ha parlato di Css come combustibile, vorrei quindi capire: se è combustibile lo paga chi lo usa e non viceversa, è chiaro che il combustibile deve essere certificato. Allora domando, come avviene la selezione del Css e chi la certifica e se si intende importare il Css anche da altre Regioni. Noi tutti siamo chiamati a fare gli interessi degli umbri soprattutto salvaguardando la salute, poi viene l’interesse economico della regione. Vogliamo capire dove si vuole andare, l’auspicio è che si possa creare un modello virtuoso. È un tema sul quale mi piacerebbe vedere un dibattito a 360 gradi per esplorare bene la materia e fare gli interessi di tutti gli umbri e non soltanto di qualcuno”.

Roberto Morroni, assessore all’Ambiente, ha sottolineato “come la questione che attiene ai due cementifici non ha al momento connessione alcuna con la strategia che l’Esecutivo andrà a definire sul tema della gestione rifiuti. La Regione ha maturato un ritardo profondo consegnando un elemento di criticità come la capienza residua delle discariche. Un dato che certifica l’assenza di approccio responsabile che ha caratterizzato gli ultimi dieci anni di governo. Serve quindi riprogettare in modo radicale il sistema della gestione dei rifiuti. Va fatto con una visione di lungo periodo, un ripensamento complessivo di questa delicata e strategica materia. I macro obiettivi della Giunta puntano sulla chiusura del ciclo. L’Europa prevede una scadenza perentoria entro la quale occorre arrivare al conferimento in discarica di un massimo del 10 per cento. Primo obiettivo, quindi, la chiusura del ciclo. Secondo proposito riguarda l’autosufficienza nella gestione dei rifiuti. Altri tre obiettivi qualificanti sono la tutela della salute, la salvaguardia dell’ambiente e la gestione economica del ciclo. Rispetto a questi obiettivi c’è un approccio metodologico da seguire, un sistema di gestione. Non partiamo da zero, ma è una partenza che vogliamo fotografare in maniera puntuale. Il nostro obiettivo riguarda dunque la salute, l’ ambiente e la gestione economica. Nei prossimi giorni definiremo un Comitato tecnico scientifico che avrà due compiti: fotografare il presente e poi verificare se in Europa ci sono sistemi per scenari alternativi, quindi valutarli attentamente. Il lavoro verrà incastonato nella seconda parte di quest’anno per arrivare a fine anno ad una serie di scenari tra cui l’Esecutivo sceglierà il più coerente e rispondente alle nostre esigenze. Inizieremo poi un percorso per ridisegnare il futuro di un sistema di gestione dei rifiuti sul quale apriremo un approfondito confronto e partecipazione per addivenire alla scelta più coerente e più adatta. Rispetto a questo scenario la vicenda cementifici non ha alcuna connessione perché non siamo oggi in grado di dire se il Css sarà un ramo ‘dell’albero’ che andremo a costruire o meno. La questione dei cementifici non può essere messa in stand by perché sarebbe un abuso nei riguardi dei legittimi interessi che le aziende hanno avanzato. Su questo tema ci sarà una valutazione prettamente tecnica. Qualunque scelta prenderemo non sarà certamente influenzata dalle volontà e considerazioni politiche dell’Esecutivo. Rivolgo a Fora, visto lo spirito costruttivo della mozione, la richiesta di ritirarla visto che non possiamo ostacolare una richiesta legittima delle aziende, non è nelle prerogative e potere della Giunta fare questo”.