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Gubbio, la prima al “Barbetti” col Modena. A Perugia il 22 novembre. Ma l’AIC preannuncia lo sciopero

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Prima giornata al “Barbetti” (chissà se a porte parzialmente aperte) contro il Modena il 27 settembre, ultima giornata sempre tra le mura amiche contro il Fano dell’ex Alessandrini il 25 aprile. In mezzo altre 36 gare, con le due sfide con il Perugia (qualcuno li chiama derby, provando a forzare un po’ la mano)  in programma il 22 novembre al “Curi” e il 17 marzo a Gubbio. Il calendario di Serie C metterà i rossoblù di fronte a sfide importanti sin dalle prime giornate, con un inizio certamente in salita: alla seconda trasferta a San Benedetto del Tronto a casa Montero, poi mercoledì 7 ottobre subito un turno infrasettimanale contro l’Arezzo prima della trasferta di Bolzano, casa SudTirol, di domenica 11 ottobre. A seguire la sfida casalinga col Cesena, quindi di nuovo in trasferta a Fermo (si gioca mercoledì 21), poi la gara casalinga con la matricola Legnago Salus prima della trasferta di Pesaro del 1° novembre, ospiti dell’ex Galderisi. L’8 novembre di nuovo al “Barbetti” con la Triestina, mercoledì 11 trasferta a Ravenna, il 15 si torna in casa contro la Virtus Verona prima della straregionale del “Curi”. A seguire Feralpisalò in casa, doppio turno esterno contro Matelica e Carpi, quindi il 20 dicembre l’ultima del tribolatissimo 2020 al 2Barbetti” contro il Padova prima dell’anticipo natalizio del 23 dicembre in casa del Mantova. Dopo la sosta le ultime due sfide contro Imolese (in casa il 10 gennaio 2021) e Fano (17 gennaio). Vincenzo Torrente commenta così: “L’inizio sarà subito impegnativo perché affronteremo squadre con grande tradizione che stanno facendo un mercato importante. Dovremo farci trovare pronti, non potremo concederci alcun rallentamento. Le sfide col Perugia? Saranno partite particolari, so quanto siano sentite a Gubbio, per questo cercheremo di affrontarle nel miglior modo possibile”.

RISCHI CALCOLATI. La nuova stagione è stata presentata in diretta tv sugli schermi di RaiSport, col presidente Francesco Ghirelli che ha provato a esortare tutti a prendere qualche piccolo rischio e immolarlo sull’altare della voglia di ricominciare a giocare: “Da troppo tempo molte piazze aspettano di rivedere la propria squadra. Certo, le difficoltà non mancheranno: dai protocolli all’evoluzione del quadro sanitario, essere preoccupati è abbastanza logico. Avremo tanti turni infrasettimanali e poco margine di recupero, ma siamo convinti che tutto funzionerà al meglio. E speriamo anche di ritrovare presto i tifosi sugli spalti, perché significherebbe tanto per il nostro mondo. I tifosi sono una parte troppo importante: abbiamo scommesso su di loro, auspichiamo di rivederli presto accanto ai loro giocatori”.

SCIOPERO IN VISTA. Sulla nuova annata di Serie C pende come una spada di Damocle il rischio di uno sciopero indetto dall’AIC, contraria alla scelta di varare il vincolo delle liste a 22 giocatori. Nelle intenzioni della lega questa norma consentirebbe di contenere i costi ed evitare che molti club allunghino a sproposito i loro organici, ma per l’AIC è una palese violazione dei diritti dei giocatori. “Aspettiamo da settimane una risposta su questo tema, e siccome non è ancora arrivata possiamo dire sin d’ora che il 27 settembre la Serie C non partirà, almeno non se le cose dovessero restare così come lo sono adesso”, spiega Umberto Calcagno, vicepresidente dell’AssoCalciatori. “La verità è che non abbiamo alcun tipo di interlocuzione. La cosa triste è che ho appreso dai giornali delle liste a 22, nonostante il dialogo costante su altre tematiche nei mesi scorsi. C’è stato poco rispetto per l’intera categoria, ancor più dopo il mancato riscontro alle nostre istanze. Oggi abbiamo un’unica certezza: se la situazione non cambia, la prima giornata salterà”. Calcagno ha ribadito l’assoluta inconsistenza della norma: “La Lega afferma che siano l’unica maniera per risparmiare, ma non capisco perché i presidenti debbano autolimitarsi. Chi ha più di un milione di euro di budget da anni deve comunque presentare delle fideiussioni aggiuntive, quindi nessuno fa più il passo più lungo della gamba e infatti solo un terzo dei club l’anno scorso ha superato tale limite. La realtà, quindi, è che c’è solo la voglia di limitare gli altri, di penalizzare i calciatori e quei presidenti che vorrebbero investire seriamente nel nostro mondo. Questa è la norma studiata dai club che vogliono competere alla pari con chi ha un budget di due o tre volte superiori, capite che non parliamo più di sport”. Calcagno va giù duro anche sulla questione legata ai minutaggi: “Oggi la Lega Pro è una fabbrica di illusioni, non più di sogni. Non vogliamo prendere in giro centinaia di ragazzi che non avrebbero mai potuto ambire a una carriera professionistica  in situazioni normali. Non ci può essere formazione senza meritocrazia. Il dato di fatto inconfutabile è che 200 calciatori veri, con queste nuove norme, usciranno dal mercato. Queste norme nulla hanno a che vedere con crescita sportiva dei giovani calciatori. Servono solo alle società per accedere alle contribuzioni relative al minutaggio”. 

Scarica il calendario 2020/21 del Gubbio di mister Torrente.