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Raggio, canale intasato. La Lega chiede chiarimenti e lavori

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Il canale di Raggio

L’allarme è stato rilanciato in queste ore per il recupero di sedimenti nel canale di scolo delle pompe di Raggio. Il gruppo consiliare della Lega, con Angelo Baldinelli, Michele Carini e Stefano Pascolini, chiede chiarimenti in merito all’indagine svolta dall’Arpa e quando riprenderanno i lavori di ripulitura del canale, sia a monte che a valle.

I consiglieri leghisti hanno depositato un’interrogazione che fa seguito a una mozione presentata a luglio 2019 e approvata in Consiglio Comunale nel settembre 2019. L’Amministrazione Comunale, con l’assessore Valerio Piergentili, si era adoperata per accordarsi con Umbra Acque per procedere alla ripulitura del canale di scolo delle pompe di Raggio, che versava in condizioni pessime per incuria e per una mancata e congrua pendenza del canale, che non permetteva alle acque stagnanti di defluire a valle, anche a causa di una diga prodotta da un muraglione di terra che impediva e che tutt’oggi impedisce il fluire dell’acqua verso il fiume Saonda.

“Finalmente – spiegano i consiglieri – dopo circa un anno dall’approvazione della mozione presentata, erano iniziati i lavori di risistemazione del canale, sospesi successivamente per un intervento di alcune associazioni ambientaliste che richiedevano un’analisi approfondita da parte di Arpa dei sedimenti depositati lungo il canale di scolo, emersi durante la ripulitura del canale. Era stata infatti paventata una ipotesi di inquinamento del fondale, anche per emissioni mal odoranti di tali sedimenti emersi, dovuto a probabili scarichi prodotti negli anni precedenti da un piccolo canale affluente. Sono diversi anni che gli abitanti della zona e anche rappresentanti istituzionali in passato si sono occupati dello stato di incuria del canale di scolo delle pompe di Raggio, paventando un rischio sanitario dovuto al fatto che, le acque del troppo pieno che fuoriescono dalle pompe, oltre alle piogge soprattutto nel periodo autunnale e invernale, per una scarsa pendenza del canale di scolo e per la diga prodotta a valle da un muraglione di terra a ridosso della strada variante Pian d’Assino, potessero ritornare a monte, per poi finire dentro ai pozzi di acqua potabile ed essere irrogata nelle case dei cittadini. In Consiglio Comunale, lo stesso assessore Piergentili diversi mesi fa, ci aveva rassicurato che avremmo saputo in qualità di consiglieri comunali i risultati emersi dall’indagine sanitaria fatta da Arpa sui sedimenti analizzati, ma ad oggi non abbiamo ricevuto nessuna informazione. Piergentili ci aveva rassicurato sul fatto che i lavori sarebbero stati ultimati, anche da parte del Comune di Gubbio, sulla parte a valle, per togliere definitivamente anche quella diga in prossimità della variante Pian d’Assino, che impedisce alle acque di defluire verso il fiume Saonda”.

Da un sopralluogo fatto dai consiglieri qualche giorno fa, è emerso che il canale di scolo delle pompe di Raggio versa in uno stato d’incuria esattamente come era già prima dei lavori effettuati nel primo tratto del canale, in quanto le erbacce sono ormai di nuovo presenti, probabilmente perché l’acqua stagnante rappresenta la causa di questo problema ancora presente nonostante l’intervento fatto circa un anno fa.

La vicenda approderà in Consiglio Comunale – viene detto in una nota – tramite l’interrogazione della Lega per sapere: quali sono i dati emersi dall’indagine fatta da Arpa sui sedimenti recuperati dal canale di scolo, dopo l’interruzione dei lavori; quando il Comune, insieme ad Umbra Acque per il tratto di competenza, che ad oggi versa nello stesso stato antecedente al primo intervento effettuato, procederà all’ultimazione dei lavori, anche per il tratto a valle, in modo che si arrivi ad una soluzione definitiva del problema, causato dalla diga in prossimità del tratto sottostante il cavalcavia della variante Pian d’Assino, sia dalla scarsa pendenza del canale, in modo che l’acqua finalmente riesca a defluire verso il fiume Saonda, risolvendo solo così, in modo definitivo, un problema che ormai dura da tantissimi anni.