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Nell’autopsia le risposte sulla morte di Aimaro Malingri

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Aimaro Malingri di Bagnolo

Si attendono i riscontri dell’autopsia sul corpo di Aimaro Malingri di Bagnolo, trovato morto in parte carbonizzato venerdì mattina (28 aprile) nella sua casa di Valdichiascio, nella zona di campagna verso Perugia sulla strada Eugubina. L’esame autoptico sul cinquantottenne, originario di Erba in provincia di Como ma da lunghi anni residente a Gubbio, è stato disposto dal magistrato Laura Reali dopo la ricognizione cadaverica dopo la tragedia dal medico legale Luca Tomassini arrivato dal capoluogo.

La salma è stata portata al Santa Maria della Misericordia a Perugia per eseguire l’autopsia e soltanto dopo verrà consegnata ai familiari con l’autorizzazione della procura di Perugia per le esequie. Le indagini avviate dai carabinieri della compagnia di Gubbio, con l’intervento della sezione investigazioni scientifiche del comando provinciale di Perugia, sono volte a verificare chi ha visto per l’ultima volta Aimaro Malingri per acquisire altri elementi, e soprattutto cosa ha scatenato le fiamme nella casa che gli sono state letali. La tesi prevalente nel primo sopralluogo sembra essere quella del cortocircuito causato da una stufetta elettrica, non escludendo come causa dell’incendio un mozzicone di sigaretta. Sembra escluso un malore, mentre resta in piedi l’ipotesi che potrebbe essersi addormentato non rendendosi conto di quello che stava succedendo.

La tragedia ha colpito la comunità eugubina perché la famiglia Malingri, peraltro numerosa, ha messo solide radici a Gubbio tra i legami affettivi e le amicizie. Molte testimonianze d’affetto vengono rivolte ai due figli di Aimaro e più in generale ci sono diffuse reazioni di cordoglio, anche sui social, per le svariate attività e le rinomate passioni come quelle per il cielo e il mare, tra deltaplani e imbarcazioni che sapeva costruire.