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Le 5 sentenze di Gubbio-Rimini: Plescia risolve problemi, la difesa è di ferro

Il 3-0 sul Rimini ha rigenerato un Gubbio che ancora una volta ha dimostrato di avere grandi potenzialità, rimaste sin qui troppo spesso inespresse. Non mancano insomma spunti per pensare positivo e guardare avanti con fiducia: ecco le 5 sentenze di Gubbio-Rimini.

1- Non è scritto da nessuna parte che chi segna per prima poi è destinato a vincere, ma quando lo fa il Gubbio (specie al “Barbetti”) le partite prendono tutta un’altra piega. Era successo con la Fermana, è accaduto di nuovo contro il Rimini, costretto a remare controvento sin dalle primissime battute. È una caratteristica ormai assodata dell’undici di Sandreani: quando riesce a partire bene, difficilmente poi il pomeriggio regala brutte sorprese. Le rimonte subite a inizio stagione con Ravenna e Vis Pesaro sono lontane: adesso, se il Gubbio scappa, riprenderlo è quasi una missione impossibile.

2- Mi chiamo Vincenzo Plescia e risolvo problemi. Quelli dell’attacco di un Gubbio che, eccezion fatta per Marchi, sin qui ha fatto fatica a trovare la giusta quadratura. L’esclusione di Campagnacci è un segnale forte e chiaro, anche perché il buon Vincenzo ha sfruttato a dovere l’occasione. Aveva già sfiorato il colpo grosso a Salò, obbligando De Lucia a un mezzo miracolo di piede per tenere i suoi avanti nel punteggio. Stavolta è volato in cielo e ha steso un tappeto rosso davanti ai compagni. La sensazione è che con lui prima punta e Marchi a ronzargli intorno la formula sia davvero azzeccata. Metteteci che è un ’98 e anche le casse sorrideranno.

3- A proposito di conti: ieri per la terza volta consecutiva nelle gare casalinghe Sandreani è partito con tre giovani a contributo titolari, anziché i “tradizionali” quattro come da desideri (o imposizione) della dirigenza. Detto che i conti sembrano essere più che in linea con quanto messo a bilancio (addirittura a Imola furono cinque i titolari), il tecnico ha fatto capire di avere ampia autonomia nelle scelte e di sapersi regolare anche in base al valore dell’avversario e all’importanza della singola sfida. Dopotutto più dei contributi sono i punti che decidono le stagioni, e il Gubbio proprio non poteva permettersi di rallentare ancora.

4- Criticati da ogni parte ma non messi alle strette, oggi i difensori rossoblù si possono fregiare del titolo di seconda miglior difesa del girone alle spalle della Fermana (ci sarebbe la Ternana che avrebbe fatto meglio, ma deve recuperare ancora 4 gare). E tanto per non essere smentiti: in casa il Gubbio non prende gol da 517’, cioè dalla stoccata di Nocciolini del Ravenna nella prima gara della stagione. Menzione più che meritata per un reparto troppo spesso messo sotto accusa, con Piccinni considerato più volte il capro espiatorio di una squadra che forse, più che là dietro, i veri problemi li lamentava in fase di finalizzazione. Nelle retrovie, al contrario, quasi tutto funziona alla perfezione.

5- Il derby con la Ternana arriva in un buon momento, anche se i valori in campo (va detto) sono decisamente sbilanciati dalla parte delle Fere. Che stanno tornando su fortissimo e che se dovessero vincere le 4 gare in meno che vantano rispetto alla concorrenza schizzerebbero in vetta facendo il vuoto tra se e la concorrenza. La Ternana di De Canio è la logica favorita per la vittoria finale, ma il Gubbio in questo momento è un cliente scomodo per chiunque. Ben venga allora una sfida dal fascino e dal sapore antico, l’ideale trampolino di lancio per sferrare l’attacco alla parte sinistra della classifica approfittando poi delle sfide contro Giana Erminio e Renate, due squadre peraltro a rischio cambio allenatore a stretto giro di posta.