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Quanti intrecci nel segreto dell’urna: c’è la fronda dopo che LeD ha fatto il pieno di poltrone

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Palazzo Pretorio sede del Comune

Nel segreto dell’urna, per l’elezione di Stefano Ceccarelli presidente del consiglio comunale, ci sono stati intrecci e vendette trasversali per far capire a Liberi e Democratici (LeD), la lista civica del sindaco, che non può dominare e perché il prescelto, con una lunga militanza a sinistra in diversi partiti, ha riempito l’ultima casella interna senza alcuna condivisione ( i Led hanno il sindaco, quattro assessori con deleghe pesantissime e la presidenza dell’assemblea). Trapelano le manovre che hanno caratterizzato le cinque votazioni, specie l’ultima decisiva in cui bastava la maggioranza semplice. Su Ceccarelli si sarebbero espressi i dieci consiglieri comunali dei LeD, due socialisti, i candidati sindaco all’opposizione Marco Cardile (Pd), Orfeo Goracci e a sorpresa il leghista Angelo Baldinelli, ex coordinatore locale di Forza Italia, che in un post sui social ha rivelato il suo voto per l’alfiere della coalizione di sinistra (“E’ una persona equilibrata, umile e corretta, per questo saprà svolgere il ruolo nel migliore dei modi”, ha scritto) anche se taluni nella maggioranza lo interpretano come un endorsement solo per mettere zizzania.

I TRASVERSALI. Scelgo Gubbio, imbufalito per la ripartizione degli incarichi, è andata per la sua strada mandando segnali chiari nel votare, come da indiscrezioni fondate, l’ex assessore Lorena Anastasi, subentrata in consiglio comunale al posto di Gabriele Damiani confermato in giunta (gli altri subentrati sono Francesca Pinna, Emilio Morelli e Giovanni Manca per i LeD e Marco Morelli per Scelgo Gubbio). Su Alessio Bazzurri di Scelgo Gubbio si sarebbero invece orientati i consiglieri di minoranza Marzio Presciutti Cinti e Filippo Farneti candidati a sindaco, Stefano Pascolini e Michele Carini della Lega, Mauro Salciarini dei 5 Stelle.