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L’ultimo saluto a Franco Colaiacovo nella chiesa di San Domenico. E’ stato ricordato come “Innovatore, modello, maestro e amico”

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Il rito funebre di Franco Colaiacovo nella chiesa di San Domenico

Familiari, collaboratori e amici hanno dato l’ultimo saluto a Franco Colaiacovo, l’imprenditore scomparso domenica mattina all’età di 81 anni in un quadro clinico aggravato dal coronavirus che lo aveva colpito. Nella Chiesa di San Domenico è stato portato il feretro che ha lasciato la chiesina del park hotel “Ai Cappuccini” dove in tanti gli hanno voluto rendere omaggio. Ha celebrato il rito il vescovo Luciano Paolucci Bedini, con al fianco il vicario generale della diocesi monsignor Fausto Panfili e il parroco monsignor Giuliano Salciarini.

In chiesta il gonfalone dei Santantoniari. In prima fila i familiari, con la signora Orietta Migliarini Colaiacovo che ha potuto salutarlo dopo tre settimane di isolamento per il coronavirus e la negativizzazione accertata proprio alla vigilia del decesso del consorte, con accanto i figli Giuseppe, Daniela, Laura e i nipoti..

Nell’omelia il vescovo Paolucci Bedini ha consegnato una riflessione “sul trapasso che lascia attoniti, sgomenti, spaventati, impotenti e senza parole. Riempiano lo spazio della nostra anima le parole della fede aprendoci un orizzonte che difficilmente sappiamo immaginare. La vita eterna si affida al Signore. Parliamo di vita nuova, di una attesa fiduciosa e ricca di quella speranza, non una consolazione a perdere. Sia questo il nostro modo per salutare il nostro fratello Franco”.

Cordoglio è stato espresso dalla direzione della Usl Umbria 1, insieme alle direzioni del presidio ospedaliero di Gubbio-Gualdo Tadino e del distretto Alto Chiascio. “Franco Colaiacovo ha rappresentato per la comunità umbra ed eugubina un riferimento – ha evidenziato la Usl -, insieme ai fratelli Pasquale e Carlo e al compianto Giovanni, nel costruire un modello d’impresa che ha varcato i confini nazionali. Lo si ricorda come persona sensibile, gioviale e sempre disponibile, anche nel sostenere le attività socio-sanitarie e nel contribuire alla crescita dell’ospedale comprensoriale e dei servizi oncologici, in particolare per la crescita delle cure palliative sul territorio, insieme ad Orietta Migliarini Colaiacovo, da molti anni presidente dell’Aelc, l’Associazione eugubina lotta contro il cancro”.

Alla fine della messa c’è stato spazio per ricordi. Il fratello Pasquale ha consegnato una lettera nella quale è stato ripercorsa la nascita e la crescita dell’azienda. “Mi avete lasciato senza più lacrime – ha scritto -, immagino te a incontrare Giovanni che ti sta aspettando. Tu eri l’innovatore, com’ero solito chiamarti. Eri un visionario amante di un sogno mi mancheranno le nostre chiacchierate. Ringrazio Dio per averti avuto come fratello, tu persona buona e onesta. I valori che hai ispirato saranno di esempio per tutti noi familiari”.

L’ingegnere Pier Federico Baldinucci ha evidenziato le sue competenze tecniche, le innovazioni portate nel gruppo imprenditoriale, portando l’abbraccio dell’azienda nel definirlo “modello, maestro e amico”. Commovente il congedo da parte dei giovanissimi nipoti che ne hanno esaltato la generosità, gli insegnamenti e la giovialità, con l’amore per la vita, la famiglia, il mare e l’azienda. Il valore dell’amicizia è emerso nelle parole di Sauro Ghirelli, che ha ricordato il legame personale e professionale.

La musica e le parole de “L’isola che non c’è” di Edoardo Bennato, accompagnate da un lungo applauso, hanno lasciato l’ultima immagine sul feretro coperto di fiori.