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Impronta eugubina con Ezio Urbani sulla scatola nera nella vetture: è suo il primo brevetto che risale al 1998

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Ezio Urbani

La scatola nera nelle vetture. Dal prossimo 6 luglio tutte le auto di nuova omologazione dovranno essere obbligatoriamente dotate di nuovi sistemi di sicurezza (su quelle di nuova immatricolazione dal 7 luglio 2024) e tra questi c’è, appunto, il registratore di dati di evento, ovvero uno strumento che registra l’attività del mezzo negli istanti immediatamente precedenti e successivi a un incidente. Ci aveva pensato più di vent’anni fa l’imprenditore Ezio Urbani, 63 anni, che vive a Roma ed è di origini eugubine come tutta la famiglia.

Ne parla oggi in anteprima il Messaggero con un ampio servizio e un richiamo nella prima pagina del dorso umbro.

Urbani ha brevettato un “sistema veicolare per l’acquisizione e memorizzazione dei profili delle accelerazioni ed eventi anomali”. Quel brevetto venne depositato presso il ministero dell’Industria, commercio ed artigianato il 2 febbraio 1998, con la presentazione ufficiale al “Roma Auto Show ’98” e la seguente ribalta mediatica.

“Ricordo il dibattito di quegli anni – spiega Ezio Urbani – e la proposta di legge presentata alla Camera dei deputati a settembre del ’99. Arrivò l’omologazione al brevetto dal ministero dei Trasporti e sono stato invitato da Adiconsum a parlare di truffe e falsi sinistri illustrando il funzionamento della scatola nera, per poi essere chiamato dall’Ania, l’associazione delle imprese assicuratrici, per le prove di crash che a maggio del 2000 dettero esito positivo, con la seguente fase di sperimentazione decisa dallo stesso ministero e dall’Ania. Posso dire di essere stato un pioniere e precursore di qualcosa che oggi trova una concreta attuazione. Sono felice di aver dato un contributo a un aspetto importante della quotidianità, pensando non soltanto alle truffe assicurative ma anche ad altri risvolti, compresa la possibilità che un sistema di rilevamento nei veicoli possa incoraggiare una condotta di guida quanto più corretta”.

La sua esperienza nel settore delle auto è consolidata, oggi è infatti socio di una holding che raggruppa 19 società con 150 dipendenti operanti nei servizi per veicoli, dai ricambi alla ricerca nei sistemi elettrici per i mezzi, collaborando con le università e altri Paesi.

“Sono nato a Gubbio – racconta – e la mia famiglia viveva a Roma. Il nostro legame è sempre stato forte nel tempo, tanto che i miei genitori e mia sorella hanno voluto riposare nel cimitero cittadino. Quando posso vengo sempre volentieri e ritrovo la mia terra che rappresenta molto”.

Le radici eugubine fanno ricordare anche l’appassionato impegno per i colori rossoblù nei trascorsi da dirigente per una decina d’anni, durante il ciclo dorato che ha portato il Gubbio calcio dalla Serie C2 alla B con la doppia promozione dal 2009. È stato vicepresidente e con i massimi dirigenti dell’epoca, Marco Fioriti e Rodolfo Mencarelli, ha realizzato anche operazioni imprenditoriali.

“Quel ciclo sportivo è stato meraviglioso – dice – e mi sono fatto piacevolmente coinvolgere dando un sostegno personale e favorendo altri coinvolgimenti. La considero un’esperienza speciale che si è conclusa soprattutto perché non è facile vivere appieno certe avventure a distanza. Mi sono sentito parte integrante di quel percorso con amici e persone serie. Insieme abbiamo costruito un piccolo grande capolavoro consentendo a Gubbio di raggiungere livelli sportivi impensabili. Ancora oggi ne vado orgoglioso e mi fa piacere vedere la squadra solidamente nei professionisti anche con una bella classifica. La città merita di darsi delle opportunità importanti com’è stato in quegli anni. Mi piaceva poter fare qualcosa per gli eugubini e se c’è bisogno sono ancora pronto a dare una mano”.