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Tutto secondo previsioni: Stirati vince (ma non stravince). Presciutti Cinti oltre il 40%

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I primi festeggiamenti nel quartier generale di Stirati

Filippo Mario Stirati è stato eletto sindaco di Gubbio per il secondo mandato consecutivo. Dopo la vittoria del 2014, il candidato sindaco uscente, sostenuto dalle liste civiche Liberi e Democratici, Scelgo Gubbio e Socialisti Civici Popolari, ha prevalso nel ballottaggio sullo sfidante Marzio Presciutti Cinti, esponente del centrodestra, sostenuto dalle liste Gubbio Rinasce Riparte Rilancia, Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia. Stirati, che partiva da una base di 7.307 voti (e che aveva incassato pubblicamente l’appoggio del Pd e del Pci), si è fermato poco sotto il 60% con 8.824 preferenze complessive (59,28%), mentre lo sfidante Presciutti Cinti ha sensibilmente aumentato i 4.265 voti del primo turno, sfondando il muro delle 6.000 preferenze (6.061 in totale, 40,72%) in un quadro legato all’affluenza rimasto sostanzialmente invariato rispetto al ballottaggio del 2014.

DISTANZA MENO AMPIA. Stirati ottiene dunque la conferma a primo cittadino al termine di una consultazione che l’ha visto eguagliare in tutto e per tutto il risultato nel primo turno, al netto di un novero di avversari più nutrito (6 contro 5: tra questi anche l’ex sindaco Goracci, temuto da più parti all’interno delle liste legate a Stirati ma non andato oltre l’11%), mentre nel secondo turno la flessione rispetto al 2014 è parsa evidente: allora furono 10.687, pari al 73,21%, le preferenze accordate al candidato sostenuto dalle liste civiche legate al centrosinistra (Libero e Democratici, Scelgo Gubbio, Socialisti e Sel), che nella circostanza sfidava il candidato del Pd Ennio Palazzari che si fermò a 3.910 voti (26,79%) su una torta di poco meno di 15.000 votanti. La contesa con Marzio Presciutti Cinti, a dispetto delle attese della vigilia, è stata più equilibrata del previsto, pur confermando nella sostanza l’indirizzo già emerso dopo il primo turno. In una regione che vira decisamente verso destra (Foligno, Orvieto, Marsciano e Bastia hanno visto prevalere i candidati del centrodestra, dopo la netta conferma di Andrea Romizi a Perugia), Gubbio rimane l’ultima roccaforte in mano al centrosinistra, benché le liste collegate a Stirati abbiano volutamente tenuto fuori dalla coalizione il Pd, oltre ad aver affrontato nel primo turno le altre forze della sinistra, ricompattatesi attorno a Goracci.

IL NUOVO CONSIGLIO. Questa è la composizione del nuovo consiglio comunale, in attesa di conoscere la Giunta del secondo mandato amministrativo di Stirati (se entreranno, come probabile, alcuni dei consiglieri eletti, automaticamente scorreranno i primi esclusi secondo l’ordine delle preferenze riportate al primo turno). Maggioranza: 10 scranni per Liberi e Democratici (Alessia Tasso, Riccardo Biancarelli, Simona Minelli, Tonino Fagiani, Stefano Ceccarelli, Giorgia Vergari, Alessandro Brunetti, Valerio Piergentili, Michele Fiorucci, Rita Cecchetti), 3 scranni per Scelgo Gubbio (Mattia Martinelli, Giordano Mancini, Alessio Bazzurri), 2 scranni per Socialisti Civici Popolari (Gabriele Damiani, Francesco Zaccagni). Opposizione: 5 scranni ai candidati sindaco non eletti (Marzio Presciutti Cinti, Orfeo Goracci, Rodolfo Rughi, Filippo Farneti, Marco Cardile), 3 scranni alla Lega (Stefano Pascolini, Angelo Baldinelli, Michele Carini), uno scranno al M5S (Mauro Salciarini).