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Auto rubata, vigile estrae la pistola. Coniugi extracomunitari nel panico, ma c’è stato un errore

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L'ospedale di Branca

Gli era stata segnalata un’auto rubata, ha pensato che fosse quella e non ha esitato a usare le maniere forti per fronteggiare la situazione. Così il vigile urbano si è avvicinato e ha intimato ai due occupanti di scendere, estraendo la pistola senza pensarci due volte. Sono rimasti coinvolti due giovani extracomunitari, un uomo e sua moglie incinta, che l’agente ha invitato bruscamente a mettersi a terra con le mani sopra la testa. Quando si è accorto che la donna aspetta un bambino, l’ha invitata semplicemente a stare seduta.

E’ successo nel parcheggio attiguo all’ospedale di Branca dove a Gubbio si stavano recando i due coniugi abitanti nella zona di San Marco, del tutto ignari di quanto sarebbe successo. L’agente della Polizia locale era convinto di avere di fronte i due responsabili del furto, salvo poi rendersi conto che qualcosa non andava. Nella segnalazione è emerso, stando alla ricostruzione sommaria dei fatti, che l’auto non sarebbe stata quella rubata per un errore di trascrizione relativamente alla targa. L’imbarazzo è stato parecchio, con il vigile urbano che alla fine di questa storia ha chiesto praticamente scusa rammaricandosi per la situazione. La vicenda è ora gestita dal comando della Polizia locale con le valutazioni che verranno fatte anche dal funzionario responsabile Elisa Floridi. L’accaduto è stato reso pubblico da una signora eugubina che, mentre stava parcheggiando con accanto il figlio, ha assistito alla scena inusuale. “Faccio per inserire la chiave nello sportello – ha raccontato la donna sui social – e mi trovo a circa tre metri un agente della Polizia locale con la pistola in mano verso la mia direzione che intimava in termini pesanti a due persone di scendere dalla macchina perché avrebbe sparato. Ho mollato tutto e sono corsa verso mio figlio di otto anni che nel frattempo era sceso e assisteva paralizzato. L’ho portato subito all’ingresso dell’ospedale, per poi rendermi conto che non avevo la borsa e le chiavi dell’auto erano appese allo sportello”.

Emergono qui i particolari della scena tra il vigile urbani e i due coniugi. “Faccio per tornare indietro – riferisce la testimone -, trovo il ragazzo steso a terra con le mani sulla testa e la ragazza che cercava spiegazioni mentre le veniva intimato di sdraiarsi. La guardia tremava più di me e diceva con la radiolina di servizio che la targa era all’auto rubata e che si dovevano sbrigare”. Tutto è rientrato senza particolari conseguenze, al di là dello spavento.