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Presciutti “fermato” dalla Prefettura. Università dei Muratori, Famiglie ceraiole e Maggio Eugubino censurano gli episodi di venerdì

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L'assembramento nel pomeriggio del 15 maggio in corso Garibaldi

Ha fatto il giro della stampa nazionale la decisione del sindaco gualdese Massimiliano Presciutti di varare un’ordinanza che vieta i trasferimenti da Gubbio a Gualdo Tadino e viceversa. La Prefettura di Perugia ha preso posizione sull’ordinanza di Presciutti. “I sindaci non possono adottare – fa sapere l’organo istituzionale -, a pena di inefficacia, ordinanze contingibili e urgenti dirette a fronteggiare l’emergenza in contrasto con le misure statali, né eccedendo i limiti di oggetto di cui al comma 1”. L’ordinanza non è da dunque da ritenersi valida se applicata.

Il riferimento è al Decreto Legge del 25 marzo: “Nelle more dell’adozione dei decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri di cui all’articolo 2, comma 1, e con efficacia limitata fino a tale momento, le regioni, in relazione a specifiche situazioni sopravvenute di aggravamento del rischio sanitario verificatesi nel loro territorio o in una parte di esso, possono introdurre misure ulteriormente restrittive, tra quelle di cui all’articolo 1, comma 2, esclusivamente nell’ambito delle attività di loro competenza e senza incisione delle attività produttive e di quelle di rilevanza strategica per l’economia nazionale. I sindaci non possono adottare, a pena di inefficacia, ordinanze contingibili e urgenti dirette a fronteggiare l’emergenza in contrasto con le misure statali, né eccedendo i limiti di oggetto cui al comma 1”.

PRESE DI POSIZIONI. L’Università dei Muratori, Scalpellini e Arti Congeneri “Innocenzo Migliarini” ha preso posizione sui fatti di venerdi scorso. In una nota del direttivo presieduto da Fabio Mariani, il sodalizio “intende esternare alla città intera, alle autorità civili e religiose e agli altri enti che supportano l’organizzazione della Festa dei Ceri, il proprio disappunto, la propria delusione e la propria amarezza per quanto avvenuto in alcuni momenti del pomeriggio del 15 maggio, quando in alcune zone del centro storico, lungo tratti del percorso della corsa , risultano essersi verificati episodi di assembramento di folla e comportamenti contrari alle regole della decretazione d’emergenza sanitaria , in un clima inaccettabile che nulla ha a che fare con la Festa dei Ceri, con le sue radici, con i suoi valori. Noi tutti sappiamo che molti si sono recati verso il centro storico magari spinti dal desiderio di condividere ciò che non potevamo condividere , consapevoli che non avrebbero debordato da regole di distanza e di cautela, ma purtroppo alcuni hanno pensato di poter dettare le loro regole, quelle della trasgressione, del fanatismo, della prevaricazione, della rottura delle regole di rispetto in uno spettacolo umiliante per tutti noi, una caduta di civiltà, di volgarità. Quella che doveva essere, ormai all’esito del periodo di fermo, una giornata di riflessione intima, a compensare il vuoto di quella giornata per noi sempre così piena, è così diventata la giornata della vergogna. La constatazione è amara, perché impedisce oggi, per colpa di costoro, di poter elevare a orgoglio collettivo un comportamento esemplare e responsabile tenuto dall’intera nostra collettività prima di questi episodi e ci accomuna tutti, senza distinzioni in un’unica immagine di trasgressione, di inciviltà, soprattutto nel giorno in cui ci presentiamo al mondo per quello che siamo e per la nostra storia. Il mettere a rischio la possibilità di uscire da un periodo di fermo che ha generato tanti danni al nostro territorio sotto l’aspetto economico e lavorativo è inaccettabile ed è un danno grave alla possibilità di ripresa, così come il rischio di riaccendere una emergenza sanitaria pericolosissima . Ma il danno non è solo questo e l’Università non può e non vuole tacere un danno altrettanto inaccettabile e grave alla città e soprattutto alla festa . La nostra amatissima festa è oggi additata come specchio di ciò che è avvenuto, spazzando via tutto ciò che rappresenta per tanti eugubini devoti ad essa e ai suoi valori. L’Università condanna senza eccezioni e senza condizioni questi comportamenti, generatori di quel danno gravissimo e addita a costoro la responsabilità di tutto questo. Auspica che i responsabili siano puniti e perseguiti ai sensi di legge e che tutta la città si impegni da subito a isolare e reprimere i comportamenti che nulla hanno a che fare con la nostra storia e con la nostra Festa, che si apra un dibattito profondo su quanto sta succedendo nella nostra comunità e che si mettano in campo, come noi faremo, tutte le iniziative affinché certi fenomeni non si ripetano mai più”. Posizioni critiche vengono anche dalle Famiglie ceraiole e dall’associazione Maggio Eugubino.