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L’associazione Gubbio Host contesta il piano sperimentale del Comune di regolamentazione del centro storico

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L’associazione Gubbio Host sulla regolamentazione del centro storico. “Il 19 maggio scorso – scrive il sodalizio – è stato approvato il Decreto Legge 34/2020, articolo 181, in cui si esortano i Comuni alla ricerca di misure e spazi per la messa in posa in opera temporanea su vie, piazze, strade e altri spazi aperti di interesse culturale o paesaggistico, da parte dei soggetti di cui al comma 1, di strutture amovibili, quali dehors, elementi di arredo urbano, attrezzature, pedane, tavolini, sedute e ombrelloni, purché’ funzionali all’attività di cui all’articolo 5 della legge n. 287 del 1991, non è subordinata alle autorizzazioni di cui agli articoli 21 e 146 del decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42. Oggi il Comune di Gubbio ha approvato un piano sperimentale per la regolamentazione del centro storico che troviamo non in linea. Troviamo inaccettabile parlare di sperimentazione. Avere un protocollo attivo fino al 30 giugno implica che nessuno degli esercenti potrà organizzare, pianificare il proprio lavoro in un momento ad altissimo rischio economico. Dall’ordinanza ne deriva una città spezzata, dove solo a pochi è consentito poter lavorare. Si parla di pedonalizzazioni ma il fulcro artistico-culturale della città rimane un crocevia di flussi meccanici, in cui, pensando ad un turista in visita non resta che il divincolarsi fra un’auto e un’altra. La città attraverso il comportato della ristorazione è un attrattore per la vera e concreta ripresa turistica, così facendo invece nessuno potrà organizzarsi e mettere in atto un’opera di rilancio dell’immagine di Gubbio. L’ordinanza non tutela nessun impulso alla ripresa delle attività economiche ma limita la natura stessa di questo comparto. In un momento storico così delicato per tutto il settore turistico, dover accogliere normative già attive negli anni passati o per di più trovare regolamentazioni rigide e invalidanti è sicuramente un atto che mette a dura prova gli operatori economici della città. La fiducia di tutti era sicuramente di poter dialogare in maniera costruttiva ed edificante per il bene della città, ogni attore coinvolto poteva essere sollecitato nella risoluzione di questa importante gestione volta al miglioramento di un centro storico che può essere un luogo di altissimo prestigio”.