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Colacem, spenti i forni a Ghigiano. Effetto Css, ora cosa faranno Regione e Comune?

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Lo stabilimento Colacem di Ghigiano

C’era da aspettarselo. La crisi morde, la politica fa disastri tra populismo e calcoli elettorali e l’economia continua a franare. L’ultimo pessimo segnale viene da Gubbio dove Colacem ha spento gli impianti presso la cementeria di Ghigiano. Il provvedimento è per quattro mesi, salvo successive eventuali cambiamenti dello scenario.

La decisione del gruppo imprenditoriale eugubino è senza precedenti negli oltre cinquant’anni di storia del colosso per l’impianto che, nell’impossibilità di utilizzare combustibili alternativi come in altre regioni, vede trasferire in altre cementerie del gruppo parte della produzione.

I limiti imposti dalle normative europee, che prevedono l’uso di combustibili alternativi negati per ora in Umbria, hanno spinto Colacem a intervenire di fronte alle perdite economiche per la gestione della Co2.

Il nodo della vicenda, che ora rischia di ripercuotersi gravemente sull’economia locale, è il Css (Combustibile solido secondario) che non può essere utilizzato dopo la decisione della Regione di prendere tempo con la procedura di Via (Valutazione d’impatto ambientale) per cavalcare taluni umori e proteste di parte ideologizzata e politicizzata.

Ora si attendono le mosse della Regione, governata dal centrodestra, e del Comune di Gubbio, governato da sempre dalla sinistra, che dovranno dare soluzioni di fronte alle conseguenze economico-occupazione. La brutta sensazione, almeno per ora, è che sia soltanto l’inizio. Donatella Tesei e Filippo Mario Stirati (che oltretutto ha una maggioranza divisa anche se sui documenti ufficiali vota compatta) sono chiamati alla responsabilità.