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Nicolò Tresoldi lascia il segno anche a Norimberga procurandosi un rigore per l’Hannover 96

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Nicolò Tresoldi dopo il gol che ha permesso al suo Hannover 96 di fare 2-2 contro l'Elversberg che vinceva 2-0

Faccia d’angelo alla conquista della Germania. Come un panzer, basta guardare la reazione dopo il primo gol nei professionisti urlando ai quattro venti tutta la sua gioia tra i lineamenti da ragazzo della porta accanto. Il talento italiano si fa largo all’estero, questa è la sua storia che lo accomuna alla schiera di quanti nascono o si trasferiscono lontano dall’Italia in cerca di fortuna. Nicolò Tresoldi è andato già molto oltre: in due gare di campionato con l’Hannover 96 in Bundesliga 2 – la seconda divisione tedesca – conta un gol e due rigori procurati nei due pareggi ottenuti dalla squadra entrambi per 2-2, una volta di rincorsa e l’altra domenica 6 agosto rimonta degli avversari.

Domenica all’ora di pranzo era avanti 2-0 a Norimberga dopo 23’ ma non c’era più in campo quando i padroni di casa hanno ripreso il risultato inseguendo il doppio svantaggio. Il giovane centravanti, partito titolare, è stato sostituito dopo 58’ e il Norimberga è riuscito a rimediare al 66’ e 92’.

Nicolò, nato a Cagliari con sangue ferrarese di padre, bergamasco e argentino di madre, ha un cognome di peso poiché è il figlio di Emanuele terzino sinistro che ha giocato in Serie A con l’Atalanta di Emiliano Mondonico e ha vinto l’Europeo Under 21 nel 1994 con Cesare Maldini. A casa sua lo sport e certe presenze di lusso hanno lasciato un’impronta, come il nonno materno che insegnava il golf a calciatori di fama come Van Basten e Donadoni.

Compirà 19 anni il prossimo 20 agosto e sognava dalla stagione scorsa il primo gol dopo averne segnati tantissimi a livello di campionati giovanili.

Si è sbloccato nella giornata d’esordio. Contro L’Elversberg in casa, dove l’ovazione dei 30mila sugli spalti ha accolto il suo ingresso in campo, è entrato dopo 25′ al posto dellinfortunato Nielsen, il centravanti titolare, e dopo una ventina di minuti ha saputo conquistarsi un calcio di rigore che ha riaperto la partita facendo accorciare le distanze all’Hannover 96 sotto di due gol. Poi la svolta al 9′ della ripresa con un cross dalla destra che il giovane in anticipo sul primo palo ha sfruttato mettendo la palla in rete. L’hanno gratificato i complimenti di tutti e i riflettori della stampa tedesca che ne ha esaltato la prestazione.

A Norimberga si è presentato tiratissimo e smanioso di fare ancora qualcosa d’importante, così al 7’ ha subito approfittato della gestione maldestra di un difensore avventandosi sul pallone per spostarlo e subire fallo nel cercare il colpo in area. Il suo compagno di squadra Teuchert non ha sbagliato dal dischetto, trasformando peraltro anche il successivo.

La storia di Tresoldi parte da lontano. Ad Hannover si è trasferita la famiglia nel 2017 quando Nicolò si divideva praticando anche il tennis con le convocazioni nelle nazionali giovanili, fino alla scelta di giocare solo a calcio conquistandosi le attenzioni del responsabile della scuola che l’ha segnalato al club. In Germania è riuscito a farsi largo nei campionati giovanili segnando tanti gol fino alla convocazione nelle nazionali, mentre in chiave azzurra sta ai primi posti tra i talenti col doppio passaporto che vengono monitorati.

Quando stava in Italia si erano interessate a lui Milan, Fiorentina, Bologna, Atalanta, Perugia e Roma tra provini e stage. Centravanti moderno di 186 centimetri, buone qualità tecniche e colpo di testa, oggi è tra pochi 2004 a giocare tra Bundesliga e seconda divisione nel ruolo di centravanti. Già la stagione scorsa è stato utilizzato pure da titolare e la crescita gli ha valso il prolungamento del contratto fino al 2026. Ora va in cerca di consacrazione. Nicolò è uno dei circa 2.500 calciatori italiani sparsi in tutto il mondo e tra i 300 giovani monitorati dal Club Italia, inseriti nel database per data di nascita nel progetto scouting internazionale che raccoglie le indicazioni dei segnalatori.

C’è un aspetto legale non secondario dietro i trasferimenti verso l’estero: in Italia non è infatti possibile sottoscrivere con i quindicenni un contratto di pre-formazione, a differenza di molti altri Paesi, quindi al compimento dei 16 anni molti sono già nel mirino di società che offrono al giocatore prospettive professionali migliori per uno sbocco nel calcio dei grandi.