Home News Pier Luigi Neri: “La città ha problemi che vengono da lontano”

Pier Luigi Neri: “La città ha problemi che vengono da lontano”

857
0
Il professor Pier Luigi Neri

L’ex sindaco Pier Luigi Neri analizza, nel numero di VivoGubbio in distribuzione gratuita, le condizioni del territorio e le prospettive politiche.

Come trova Gubbio in questo momento storico?
“Per dirla con Woody Allen, non se la passa bene il pianeta e anche Gubbio non sta tanto bene. Vedo, tuttavia, problemi che vengono da lontano sempre più evidenti, che appartengono ormai al vivere quotidiano e che stanno modellando la mentalità della gente, snaturando e contraddicendo il patrimonio genetico, storico, culturale e sociale degli eugubini. Riconduco tutto ciò a due antiche parole latine che contengono il dover essere e il voler essere della città: urbs e communitas. Urbs è la città edificata, la communitas è l’insieme dei cittadini che da quel luogo e in quel luogo hanno il motivo fondante dello stare insieme. Si sono allentati i rapporti sociali, non c’è un progetto che accomuni tutte le diversità, si rincorrono veri o presunti padroni in alternativa e, oppure, in contrapposizione alle istituzioni. La città prestigiosa del passato non fa da coagulo, ma è divenuta oggetto dei predominanti interessi economici di gruppi che usano il bene comune per fini soggettivi. Gubbio è sempre più debole ai venti tempestosi del futuro”.

Quale è la risorsa migliore e il limite maggiore?
“Le risorse migliori sono la città storica e la communitas. Il limite la perdita di cultura e di consapevolezza dei beni comuni della collettività. Noto uno scarto tra il valore assoluto di questo bene comune di forte valenza identitaria e la progressiva indifferenza a vedere tutelata e valorizzata l’altra sua qualità interconnessa e incomprimibile: il ruolo essenziale dei suoi abitanti per la sua vitalità. La fuoriuscita dal centro storico di servizi istituzionali e studi medici, e la difficoltà dei negozi di prossimità sono l’insieme evidente di condizioni punitive per chi mantiene vivo il legame essenziale con l’urbs. Così, essa diventa solo un bene monumentale senza i suoi custodi primari, un antico e splendido palcoscenico senza persone in carne e ossa. Più grave è aver continuato pervicacemente sulla strada della progressiva perdita di sovranità popolare su tanta parte del tessuto viario, piazze e piazzette, trasformando per lunghi mesi la città storica in un’ininterrotta sequela di spazi di ristorazione per orde di visitatori famelici. Per somma ironia, tutto questo mentre non si capisce il ruolo e il messaggio culturale del Festival del Medioevo per una communitas da risarcire”.

Stirati lascerà un’impronta forte?
“Ha aperto aspettative perché sembrava essere ricco di esperienza, capacità amministrative e di guidare con mano sicura la sua maggioranza. Ma così, progressivamente, non è stato. Ha perso in autorevolezza e pagato anche il costante deteriorarsi del ruolo del Consiglio Comunale, tra lo sfilacciamento delle relazioni sociali e l’indebolimento dei settori produttivi. Non hanno giovato le forti polemiche sulle politiche ambientali, oltre a un appannamento spesso subìto con i limiti decisionali e operativi della burocrazia comunale. La città si è ritrovata più debole”.

Che idea si è fatto del possibile scenario politico per il 2024?
“Dopo il decennio di Stirati divenuto sindaco in contrapposizione al Pd, si rendono ancora più evidenti le contraddizioni e i limiti di un cosiddetto centrosinistra. L’atomizzazione del Pd con la crisi del suo gruppo dirigente, la dispersione di energie e potenzialità in mille rivoli consiliari, e la litigiosità per il primato personale hanno reso ancora più difficile il ricostituirsi di un possibile centrosinistra. Il centrodestra risente dei suoi localismi e anche degli screzi nazionali: non vedo, prima ancora dei programmi peraltro generici, personalità in grado di guidare qualcosa di politicamente coagulante. Il Movimento 5 Stelle ha un gruppo giovane e motivato: se rende forte la sua organizzazione territoriale, ha idee costituzionalmente valide e al fianco del forte disagio sociale e giovanile”.

Si aspetta sorprese dalle candidature a sindaco?
“Temo di no, in particolare se considero il dato che sembra ormai irreversibile della disaffezione al voto degli elettori. L’altra faccia della medaglia è la diminuzione dei cittadini che se la sentono di candidarsi per un impegno nobile ma gravoso. Spero però che tante personalità che Gubbio esprime avvertano l’esigenza di dare buona prova di sé a vantaggio della comunità. Sono fiducioso”.

Goracci prepara la quarta candidatura il 23 anni e la seconda consecutiva: esagera?
“Ha qualità personali, culturali e politiche, nonché esperienze istituzionali di tutto rilievo. La scelta che farà sarà in ogni caso oggetto di contrastanti opinioni tra coloro che sperano in una sua candidatura per portare in Consiglio Comunale una voce ferma e tenace per difendere la parte più debole della popolazione, oppure la critica di chi ritiene abbia ormai fatto il suo tempo. Per Goracci è il quesito che chi ha fatto politica deve risolvere, tra ambizione o senso del limite”.

Alessia Tasso è indicata per la successione a Stirati nel segno della continuità. Decisione naturale o pericolosa?
“La continuità è spesso cattiva consigliera perché figlia della mancanza di autocritica. Detto questo, Alessia Tasso è una stimabile candidata che dovrà però tenere conto che al di là delle sue capacità, non le sarebbe facile presentarsi come il nuovo per i difficili tempi attuali e futuri da affrontare”.

Chi e come può rappresentare l’alternativa?
“La sfera di cristallo mi fa intravedere solo due possibilità: la prima una lista che lanci forze giovani e competenti; la seconda che vi siano esperti e le risorse innamorate della città”.

Il sindaco è pronto a farsi candidare alle prossime regionali. Strada spianata o in salita?
“Se sarà candidato, gli auguro le migliori fortune. Non vedo tempi facili per il Pd e il centrosinistra”.

La Giunta Stirati, dopo anni di polemiche sulle condizioni di vie e strade, ha messo in campo 30 milioni per le opere pubbliche da qui alle elezioni. Mossa astuta in chiave elettorale?
“Ci saranno quelli che diranno: vedi quanto sono bravi? Molti altri, invece, diranno troppo tardi e non abbiamo la sveglia al collo”.