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Damiani è tornato in giunta ma non spiega perché ha ritirato le dimissioni che aveva definito “definitive e irrevocabili”

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Gabriele Damiani

Il sindaco Filippo Mario Stirati per due volte nelle ultime due settimane ha parlato del ritorno in Giunta di Gabriele Damiani riassegnandogli le deleghe al turismo e sport che deteneva prima delle dimissioni presentate il 3 novembre scorso definendole “definitive e irrevocabili”.

A distanza di un mese, Damiani ha annullato l’irrevocabilità delle dimissioni che la formula annunciata come definitiva non consentirebbe, se non altro sul piano etico-morale e della serietà politico-istituzionale.

Damiani ha scelto la via del silenzio: non ci ha messo la faccia sul rientro in Giunta lasciando a Stirati la difesa d’ufficio tra non pochi imbarazzi perché il sindaco quelle deleghe aveva ritirato in attesa di capire cosa farne tra le aspettative dei Socialisti – che hanno subito spinto per convincere Damiani a fare dietrofront in nome della conservazione della poltrona e della prospettiva elettorale di giugno 2024 – e la possibilità di trattenerle per sé o ripartirle tra gli altri componenti dell’esecutivo (i Socialisti sarebbero stati pronti a chiedere le deleghe di sport e associazionismo per il proprio consigliere comunale e provinciale Francesco Zaccagni pur senza nomina ad assessore).

Sono in molti adesso a interrogarsi sul comportamento di Damiani e soprattutto sul suo silenzio, mentre i Socialisti sono decisi a ricandidarlo convinti che abbia comunque da guadagnare a giugno 2024 sia lo stipendio da assessore, che dal primo gennaio salirà a circa 2.400 euro lordo per ciascun assessore, e sia uno zoccolo duro di preferenze potenzialmente importanti, senza preoccuparsi di altri aspetti morali, al di là delle piroette e delle possibili figuracce politiche e personali di chicchessia.