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La comunità eugubina vicina a quella di Livinallongo. Stirati annuncia: “Presto aiuti concreti”

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Una delle tante strade intasate dagli alberi per salire al Col di Lana

C’è una comunità che si sta rimboccando le maniche, magari lontana dalle telecamere ma facendo tesoro degli insegnamenti ricevuti nel corso dei secoli di storia. I popoli della montagna sono così, pensano a lavorare e non certo a parlare, e anche la comunità di Livinallongo si è messa subito al lavoro per rimuovere l’incredibile distesa di alberi caduti a causa del maltempo, e tali da aver persino isolato alcune aree più in altura. Il sindaco Leandro Grones (che ieri ha festeggiato il compleanno probabilmente più triste della sua vita) ha documentato ogni istante sin dalle ore immediatamente successive al disastro, divenendo a sua volta un simbolo della voglia di ripartire subito e in fretta, con la stagione invernale dello sci che è già alle porte (per il ponte dell’Immacolata è prevista l’apertura degli impianti). “Mai visto nulla di simile, con tetti scoperchiati e centinaia di ettari distrutti. Volava di tutto, le strade piene di fango e detriti, ma per fortuna nessuno si è fatto male e stiamo tutti bene. Poi è commovente vedere quanto persone si sono adoperate sin dalle prime ore successive al disastro, formando un autentico esercito di volontari che hanno già provveduto a rendere percorribili le strade ed evitare che le frazioni fossero isolate a lungo”.

AIUTI DA GUBBIO. Livinallongo è legata a Gubbio dalle vicende che nel 1917 videro i soldati umbri al fronte protagonisti di un’edizione davvero speciale della Festa dei Ceri. Una volta intuita la drammaticità della situazione, il sindaco Filippo Mario Stirati si è messo in contatto con il collega esprimendo la solidarietà personale, dell’amministrazione e dell’intera comunità eugubina. “Ho telefonato subito a Leandro Grones a cui mi legano rapporti di amicizia, rinsaldati dallo storico gemellaggio in nome delle  memorabili vicende della Prima Guerra Mondiale e della Festa dei Ceri del 1917 sul fronte del Col di Lana, nonché dalle celebrazioni culminate con la donazione della copia dei Ceri. L’ho sentito provato ma determinato a ritornare alla normalità quanto prima, dopo la valutazione completa del disastro.  Fortunatamente non ci sono state vittime ma la devastazione è profonda e i danni ambientali incalcolabili nell’intero bellunese, soprattutto a causa del vento impetuoso che ha abbattuto migliaia di alberi, con ripercussioni economiche pesanti. Insieme alle associazioni che mantengono rapporti costanti di scambio, come “Eugubini nel Mondo”, Università dei Muratori, Famiglie dei Ceri, Maggio Eugubino e la stessa Diocesi, ci adopereremo per capire quale forma di solidarietà potremo mettere in atto, affinché oltre le parole e la vicinanza si manifesti concretamente il nostro aiuto”.