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Gubbio fa Centro scrive alla città sui progetti e le speranze mancate

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Lettera aperta dell’associazione Gubbio fa Centro, che dopo tanti anni di attività vuole condividere una riflessione sul percorso degli ultimi tempi cominciato un paio di anni fa con il consiglio direttivo in carica.

“Per cercare di dare maggiore incisività alla nostra azione – scrive il direttivo del sodalizio – ci siamo avvalsi dell’aiuto di professionisti del settore che, condividendo in pieno lo spirito dell’associazione, potessero supportarci in azioni di marketing associativo, promozione e rilancio. Così è iniziato un percorso denso di progetti, iniziative, collaborazioni che, per loro stessa natura, non potevano prescindere da uno stretto rapporto di collaborazione con tanti attori della nostra città: l’Amministrazione Comunale, le altri associazioni, i nostri associati. Ci costa fatica ammettere che avevamo bisogno di un’Amministrazione Comunale coraggiosa, coerente e capace di portare a compimento progetti siglati (è il caso della gratuità della prima ora di sosta nei parcheggi a pagamento), di non lasciarli in sospeso (è il caso dell’affissione di targhe sull’appartenenza alla nostra associazione rimasta senza esito da più di un anno) o ancora di bocciarli senza contraddittorio (è il caso della mostra del tartufo 2019 in cui si richiedeva di affiancare il nostro progetto a quello scelto, così da offrire una migliore qualità data da specifiche competenze). Ci costa fatica perché la mancanza di risposte certe ha spostato al ribasso l’asticella del nostro operato e la credibilità verso i nostri associati. Così come ci costa fatica, poiché abbiamo sempre considerato un valore importante e necessario l’apertura e il dialogo con le altre associazioni che hanno come fine la promozione e la valorizzazione della città, ragionando su destini comuni, ma attenti alle diverse identità in un rapporto di rispetto e fiducia, ammettere che non per tutte è così. In questa logica infatti ci è capitato di essere invitati a progettare su idee condivise e di trovarci al dunque soli, perché chi ci aveva invitato si era sfilato in maniera poco elegante, salvo poi scoprire che, invece, era stato deciso di portare avanti dei progetti e delle attività, ma noi non eravamo compresi. Ci sarebbe piaciuto che questo grido di malcontento riecheggiasse anche nelle voci dei nostri associati, sostenitori e suggeritori di idee rispondenti ad un comune sentire. Abbiamo, invece, vissuto riunioni quasi deserte nonché rarissime risposte ad ogni forma di comunicazione inviata. Ecco, sarebbe stato bello e importante tutto questo, ma così non è stato. Non amiamo nasconderci dietro al vittimismo né dichiarare un j’accuse. Riconosciamo che, nonostante gli impegni nelle proprie attività, sicuramente questo consiglio direttivo avrebbe potuto fare meglio e di meglio. Vi assicuriamo che dove non sono arrivate le nostre competenze, abbiamo richiesto quelle di chi lo fa per professione e pure bene, perché capace di far risplendere una città ben oltre il luccichio del Natale, ma quanto esposto dimostra che nemmeno la fortuna di simile aiuto è stata apprezzata al punto da cambiarne il destino. Per questo oggi, con serena consapevolezza, prendiamo atto che sostenevamo un’idea non più coinvolgente e appassionante”.