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Rimpasto, Stirati restringe il cerchio. Non toglierà una donna. Ora rischiano di più Fiorucci e Mancini

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Il sindaco di Gubbio, Filippo Mario Stirati

Il rimpasto di Giunta è sempre più intrigante. Il Gruppo Misto ha proposto i suoi nomi per avere l’assessorato ai lavori pubblici e sarà un uomo a prendere il posto di Valerio Piergentili, difeso a spada tratta dai Liberi e Democratici (LeD), che potrebbe passare ad un’altra delega oppure sacrificarsi per assumere (a ottobre?) il ruolo di coordinatore del movimento al posto di Claudio Tasso a scadenza di mandato e non intenzionato a ripresentarsi.

Siccome ai lavori pubblici andrà un uomo, è da escludersi che a fargli posto sia una donna viste le norme sulle quote rose che impongono ai Comuni sopra i tremila abitanti di averne almeno il 40 per cento. Quindi, è salva dal siluro Simona Minelli dei LeD (pari opportunità) sebbene il suo operato venga considerato minimo da più parti nella maggioranza. E’ salva anche Giovanna Uccellani di Scelgo Gubbio (commercio) che era entrata tra gli assessori a forte rischio.

A questo punto rischiano di più Oderisi Nello Fiorucci dei LeD (cultura e turismo), se Piergentili verrà spostato con un’altra delega, e non si esclude la richiesta di settori della maggioranza (gli stessi LeD?) di cambiare assessore al bilancio chiedendo la sostituzione di Giordano Mancini, spesso in posizione critica nel chiedere un cambio di passo della giunta anche per quanto riguarda la gestione tecnico-burocratica delle pratiche. Difficilmente Scelgo Gubbio rinuncerebbe a Mancini per indicare un’alternativa (anche perché la partita delle deleghe è più che altro interna ai LeD), tenuto conto che la lista civica si dice in forte sintonia con il Gruppo Misto e i contraccolpi nella coalizione di maggioranza potrebbero essere forti.

La tentazione di LeD è provocare una reazione di Scelgo Gubbio fino a spingere la lista civica all’uscita dalla maggioranza da rimpiazzare con Marco Cardile ora capogruppo del Pd, anche se in quel caso i numeri a sostegno di Stirati si ridurrebbero. Resta anche il nodo della delega al personale che Gabriele Damiani lascerebbe volentieri per conservare l’associazionismo e lo sport.