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Dopo l’autorizzazione per il Css, ora la Regione deve risolvere il dramma rifiuti. Intanto Goracci riapre il fronte ideologico elettorale

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Il Css (Combustibile solido secondario)

La Regione non ha potuto fare a meno di autorizzare per le due cementerie eugubine di Barbetti e Colacem l’utilizzo del Css-combustibile, dando seguito a quanto previsto dal decreto semplificazioni.

Adesso si apre la partita della chiusura del ciclo dei rifiuti tra l’ampliamento delle discariche e la termovalizzatore.

L’autorizzazione per il Css-combustibile è un passo importante sul quale l’assessore all’Ambiente, il gualdese Roberto Morroni, ha voluto mettere un paletto: “L’utilizzo nei cementifici di Gubbio avverrà al di fuori della gestione del ciclo dei rifiuti regionale”.

Per la chiusura del ciclo, i giorni caldi arriveranno con l’anno nuovo. La Regione ha in canna – come anticipato dal Messaggero – due delibere, una legata all’altra: da una parte la riprofilature delle discariche e dall’altra la decisione sula chiusura del ciclo.

La riprofilatura sarà un ampliamento delle capacità di Borgogiglione e Belladanza che superare appena il milione di metri cubi. La scelta della chiusura del ciclo, invece, dovrebbe approdare allo scenario 1 previsto dal Cts, cioè la termovalorizzazione. Ci sono diverse ipotesi sul tavolo che la Giunta Tesei sceglierà, molto probabilmente, nei primi mesi del 2022.

Intanto, sul fronte eugubino torna a farsi sentire l’ex sindaco Orfeo Goracci che gioca d’anticipo per rilanciare la sua battaglia ideologica coltivando al contempo l’elettorato nella corsa tutta a sinistra in cui si attende ora la posizione della maggioranza di governo cittadino, soprattutto l’ala oltranzista dei LeD (Liberi e Democratici) che temono di perdere consensi proprio sul fianco sinistro.

Goracci, nella storica battaglia con quelli che chiama “poteri forti”, ha subito presentato un’interrogazione urgente dopo la notizia ufficializzata dal sito della Regione dell’Umbria sull’autorizzazione per le due cementerie. Goracci, che ignora i canali ufficiali da cui è arrivata la notizia, si spinge a dipingere Gubbio nel modo peggiore chiedendosi nella prospettiva se diventerà “il mondezzaio del centro Italia”.

Nel tendere la mano alle associazioni e comitati ambientalisti, serbatoio di voti sempre buono, nell’interrrogazione evidenzia di ritenere “questa scelta negativa e pericolosa sotto ogni punto di vista per Gubbio, il suo sviluppo e la salute degli eugubini”. Ricorda che a giugno 2020 il Consiglio Comunale ha approvato “a larghissima maggioranza un atto consiliare ribadendo la contrarietà a questa scelta e comunque la necessità di studi e approfondimenti prima di prendere qualsiasi decisione definitiva sull’argomento”.

L’ex sindaco ricorda anche che “prima del decreto Cingolani, richiamato come modello da esponenti della maggioranza del Comune di Gubbio, alla prima richiesta delle cementerie la Regione Umbria aveva previsto l’attivazione della procedura di Via (Valutazione impatto ambientale) su esplicita e forte volontà-richiesta dell’Usl, il soggetto preposto alla conoscenza e alla difesa della salute dei cittadini. A questo punto una domanda sorge spontanea: si può procedere con una scelta come quella dell’uso del Css saltando a pie pari la richiesta dell’Usl? Mi sembra chiaro che la domanda è retorica e, pur non essendo un giurista, temo che sia una forzatura al limite e oltre la legalità”.

Goracci chiede al sindaco Filippo Mario Stirati “se ha avuto informazioni ufficiali dalla Regione, quali azioni intende intraprendere per mantenere fede all’impegno assunto con la mozione approvata nel giugno 2020 e per confermare un impegno fondamentale che ha sempre pubblicamente e coerentemente assunto con i cittadini a partire dalla sua prima elezione del 2014”.