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Dimissioni Damiani, il retroscena della lite negli uffici del Comune. Ora c’è il nodo delle sue deleghe

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Gabriele Damiani

Sarebbe stata una lite rovente, giovedì scorso negli uffici comunali, a indurre Gabriele Damiani a fare un passo indietro con le dimissioni «volontarie, definitive e irrevocabili» ufficializzate ieri (venerdì 3 novembre). Ci sarebbero state diatribe e diversità di vedute sulla programmazione e gestione dei prossimi eventi.

Lascia la giunta un fedelissimo del sindaco Filippo Mario Stirati che lo nominò assessore il 23 gennaio 2016 nel corso del primo mandato. Damiani aveva già annunciato da tempo che a giugno 2024 si sarebbe ritirato, mettendo in imbarazzo il suo partito e lo stesso Stirati. Con i Socialisti Civici e Popolari nel 2019 ha preso 344 preferenze, secondo assoluto dietro Alessia Tasso dei LeD, oltre il doppio del capogruppo consiliare e consigliere provinciale Francesco Zaccagni fermo a 164. Il suo partito valuterà se rivendicare la poltrona lasciata scoperta.

Vanno in difficoltà Stirati e il vicesindaco Alessia Tasso, candidata alla successione a giugno 2024. Le deleghe turismo e sport potrebbero essere affidate a una new entry (difficile dato il poco tempo, ma in chiave elezioni la maggioranza valuterà il da farsi), oppure tenute direttamente da Stirati, o cedute ad altri membri della giunta, come l’altra fedelissima Simona Minelli che punta a fare l’assessore anche nel prossimo mandato. Tra le ipotesi c’è il turismo a Marco Morelli e lo sport e Giovanna Uccellani, anche se scalpita Simona Minelli che punta a ricandidarsi e in caso di successo di Alessia Tasso immagina di avere garantito il posto nella prossima giunta.