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Dimissioni Damiani, i retroscena sulla lite furibonda con il dirigente Raoul Caldarelli

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Gabriele Damiani con a sinistra il sindaco Filippo Mario Stirati

Emergono i particolari sulle cause che hanno indotto Gabriele Damiani a rassegnare le dimissioni da assessore e che lui stesso ha definito “personali, definitive e irrevocabili”, anche se in queste ore il consigliere comunale e provinciale nonché compagno di partito Francesco Zaccagni dei Socialisti Civicili Popolari sta facendo fortissime pressioni per convincerlo a tornare sui propri passi.

Posto che difficilmente Damiani si esporrebbe a una figuraccia colossale dopo aver annunciato le dimissioni come “definitive e irrevocabili”, ora si delinea il quadro di quanto accaduto alla base della drastica decisione.

Da Palazzo Pretorio raccontano infatti di una lite furibonda, con toni di voce altissimi tra le parti, quando il sindaco Filippo Mario Stirati e Damiani hanno annunciato al dirigente comunale Raoul Caldarelli la decisione già presa di prolungare la mostra del tartufo, che avrebbe dovuto chiudere mercoledì primo novembre, fino a domenica 5 novembre raccogliendo la richiesta di alcuni operatori degli stand.

Caldarelli, come dirigente, ha fatto presente che la decisione andava concordata preventivamente per l’impatto economico dal momento che la sede della mostra all’interno di piazza Quaranta Martiri è un parcheggio a pagamento gestito dalla Sis di Corciano e che un prolungato utilizzo avrebbe richiesto un esborso da parte del Comune.

Questa situazione esposta da Caldarelli in virtù del suo ruolo tecnico ha di fatto surriscaldato gli animi con uno scontro in campo aperto tra la parte politica e quella dirigenziale, che ha determinato la frattura all’origine della decisione di Damiani di dimettersi da assessore.

Damiani ha parlato di motivi “non politici, ma strettamente personali e umani. Purtroppo certi livelli di conflitto devono terminare, non fanno bene a me, alla struttura organizzativa e alla città”. Stando alla ricostruzione, è evidente il conflitto di competenze tra una scelta strettamente politica e le ripercussioni burocratiche ed economiche che attengono esclusivamente alla componente dirigenziale, come esplicitano le norme.