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Giro di fatture false: un eugubino ha messo nei guai anche il popolare cantautore Andrea Mingardi pronto a patteggiare

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Il popolare cantautore bolognese Andrea Mingardi

Attorno a un eugubino, M.T. di 64 anni, una vicenda di fatture false che coinvolge il popolare cantautore bolognese Andrea Mingardi, 83 anni, accusato dalla Procura di Perugia di dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti. Il nome dell’artista compare nell’atto attraverso il quale il magistrato Gianpaolo Mocetti ha chiesto il rinvio a giudizio di 36 persone ma lui, attraverso il suo avvocato Riccardo Carboni, fa sapere di aver regolarizzato la propria posizione con l’Erario e di aver già concordato il patteggiamento della condanna con il pubblico ministero. Il giudice di Perugia valuterà l’accoglimento dell’istanza nel corso della prossima udienza in programma nella seconda metà di febbraio. 

L’indagine della guardia di finanza che ha coinvolto 36 persone ruota attorno all’eugubino M.T. titolare di una ditta che si occupa di procacciare affari. C’è questo sessantaquattrenne al centro di quello che le Fiamme Gialle definiscono un “vorticoso giro di fatture per operazioni oggettivamente inesistenti, emesse a favore di un cospicuo numero di clienti che le hanno utilizzate a fini di evasione”. Dai 147 capi di imputazione in 102 pagine che ricostruiscono le accuse si evince che tra il 2013 e il 2020 l’eugubino ha emesso qualcosa come 700 fatture: tutte insieme formano un imponibile di quasi 1,8 milioni di euro sui quali viene considerata un’imposta sul valore aggiunto evasa che sfiora i 400mila euro. Le false fatture “relative a operazioni oggettivamente inesistenti”, secondo la Procura, servivano a consentire alle società e alle ditte coinvolte di evadere le imposte sui redditi e sul valore aggiunto. 

Il nome del cantautore bolognese che nel 1992 debuttò sul palco del Festival di Sanremo presentando il brano “Con un amico vicino”, conduttore Pippo Baudo (vinse Luca Barbarossa con “Portami a ballare”) compare in 8 capi di imputazione. I fatti contestati vanno dal 2015 al 2018: gli inquirenti hanno esaminato su 23 fatture, tutte ricevute dalla ditta individuale dell’eugubino con la quale Mingardi era entrato in contatto anni fa per organizzare concerti musicali. “In qualità di socio e rappresentante legale della società Andrea Mingardi & C. con sede a Bologna – spiega la Procura – ha indicato nelle dichiarazioni operazioni fittizie passive derivanti da fatture da ritenersi relative ad operazioni oggettivamente inesistenti”. L’ammontare complessivo delle fatture è di 172mila euro e negli anni – si legge nelle carte giudiziarie – hanno portato a evadere Iva per 37mila euro e 65mila di imposte sul reddito Irpef. 

La difesa «Andrea Mingardi è sempre stato un uomo di spettacolo e si era affidato ad altre persone per la gestione degli aspetti amministrativi e contabili relativi alla sua attività – spiega l’avvocato Carboni che lo difende insieme al collega Luca Moser -. C’è stato un errore nella contabilizzazione di alcune fatture ma di questi aspetti non si occupava personalmente poichè di mestiere fa proprio un’altra cosa. In ogni modo una volta preso atto della contestazione il mio cliente ha provveduto a regolarizzare la propria posizione contributiva con l’Agenzia delle Entrate di Bologna provvedendo al pagamento integrale delle somme contestate e delle relative sanzioni, così accedendo ad una forma di ravvedimento i cui effetti si sono prodotti nel procedimento penale attraverso una richiesta di patteggiamento che ha ottenuto il parere favorevole della Procura».