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Assembramenti serali a Perugia, Stirati chiede alle autorità regionali provvedimenti identici a quelli di Gubbio e uguale risalto mediatico

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Gli assembramenti registrati nella serata di venerdì 22 maggio a Perugia

Una settimana fa nel mirino c’è finita Gubbio, adesso però altre città umbre rischiano di fare la stessa fine. Perché quando si parla di assembramenti il pericolo è tangibile e uguale per tutti: le immagini della movida perugina, rimbalzate immancabili sui social nella giornata di sabato, sono arrivate anche a Gubbio e come tali non sono passate inosservate. Tanto che il sindaco Filippo Mario Stirati è voluto intervenire con un messaggio video sul proprio profilo Facebook per chiedere lumi alle autorità regionali su quanto accaduto. “A seguito degli assembramenti verificatisi nella nostra città lo scorso 15 maggio ho emesso un’ordinanza, di concerto con le autorità sanitarie, che come noto ha definito una serie di quarantene, di provvedimenti sanitari e amministrativi che hanno portato la nostra città a finire nell’occhio del ciclone mediatico, avendo avuto anche risonanza nazionale. Alla luce di quello che abbiamo visto nelle ultime ore essere accaduto in alcune città dell’Umbria, vorrei chiedere a tutte le autorità competenti, alle istituzioni sanitarie e non, se verranno presi identici provvedimenti, se ci sarà lo stesso rigore che noi abbiamo adottato per la città di Gubbio, se ci sarà la stessa meticolosità mediatica che c’è stata rispetto ai fatti del 15 maggio, perché credo che a fronte di assembramenti molto più gravi di quelli che si sono verificati a Gubbio ci debba essere la stessa risposta e lo stesso criterio univoco”.

Stirati nel suo intervento di sabato 23 maggio

ROMIZI CORRE AI RIPARI. I fatti riportati da Stirati si riferiscono in modo particolare a quanto accaduto venerdì sera a Perugia, dove nei pressi di piazza 4 novembre si sono ritrovati tantissimi giovani che si sono resi protagonisti anche di comportamenti decisamente deplorevoli tra risse e insulti. Il sindaco Andrea Romizi nel pomeriggio di sabato ha firmato un’ordinanza (la n. 641) con la quale ha disposto misure per evitare il ripetersi di assembramenti. Ma per la Regione Umbria non sembra esserci pace: dopo aver polemizzato con il Governo per via del famoso indice Rt che di fatto l’ha paragonata per pericolo di contagi a Molise e Lombardia (indice poi corretto, ma le scuse giunte dalle istituzioni sanitarie nazionali non hanno certo cancellato il grave danno d’immagine dei giorni scorsi), la governatrice Donatella Tesei deve fare i conti con una nuova grana che potrebbe gettare ulteriore benzina sul fuoco delle polemiche della fase 2. Peraltro sui social non sono mancati interventi che hanno messo in evidenza come i fatti perugini siano stati molto meno enfatizzati rispetto a quelli accaduti a Gubbio. Tra i tanti messaggi, però, non si segnala alcun intervento da parte del sindaco di Gualdo Massimiliano Presciutti, che pure era stato molto tempestivo nel condannare gli assembramenti eugubini dello scorso 15 maggio.

DIVIETI IN ATTO. Intanto a Gubbio, dalle 17 di sabato 23 maggio fino alle 6 di lunedì 25 maggio, divieto assoluto di vendita di alcolici (anche nelle strutture della grande distribuzione) e chiusura di attività di bar, pub, vinerie, enoteche e attività similari. Domani, giornata nella quale si sarebbero dovuti tenere i Ceri Mezzani, si spera di non assistere a comportamenti assolutamente sconsiderati, vista anche la fase delicata nella quale si confida nella responsabilità di tutti. In Umbria l’ultimo bollettino legato ai nuovi contagi parla di un solo tampone positivo a fronte di oltre 1.200 test effettuati nella giornata di venerdì. La regione resta tra le più sicure e meno colpite d’Italia (appena 2 pazienti in terapia intensiva e una quindicina in ospedale, con 67 positivi totali e poco più di 500 in isolamento preventivo), ma i fatti accaduti a Perugia venerdì sera non rappresentano una buona pubblicità, per nessuno.