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Lorenzo Mariani, il kart non è più solo una passione: “Nel 2021 voglio alzare l’asticella”

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Lorenzo Mariani impegnato in una prova del titolo italiano 2020

Da un lato c’è una voglia matta di dedicarsi a quella che è da sempre una vocazione, prima ancora che una passione. Dall’altra la consapevolezza di avere tanto da dire anche al cospetto di avversari con budget ben al di sopra della media, decisi a lasciare poco spazio a chi sui kart ci va davvero come se fosse un semplice divertimento, pur con legittime ambizioni. La storia di Lorenzo Mariani si può riassumere in questa maniera: in mezzo ai “lupi”, intesi a piloti con risorse a disposizione di ben altro tenore, lui non ce la fa proprio a recitare il ruolo dell’agnellino. E nella baraonda del campionato italiano KZN il giovane pilota eugubino, classe 1999, ha dimostrato di saperci stare. “Diciamo che sin qui ho vinto il più delle volte l’Oscar della sfortuna, ma sono felice di aver capito ormai di poter stare al passo con i più forti”, esclama dopo essere tornato dalla prova unica per il campionato italiano, corsa sul tracciato di Castelnuovo Berardenga a metà settembre.

Tanti rivali agguerriti, turni di prove esaltanti, poi il rammarico di una prova finale segnata da noie al motore:  da dove cominciamo?

“Intanto dalla fine, che è poi quella che conta più di ogni altra cosa. Peccato non aver potuto competere ad armi pari nell’ultima giornata: già dal sabato avevo notato che c’era qualcosa che non andava e domenica, se possibile, i guai sono persino aumentati, Sentivo di potermi giocare qualcosa di importante, ero sui tempi dei primi 5. Purtroppo però mi sono dovuto accontentare di remare a centro gruppo, assaporando però quello che potrebbe accadere il prossimo anno”.

Lorenzo Mariani in una fase di gara sul circuito di Castelnuovo Berardenga (SI)

Il 2020 di fatto ha già esaurito le gare titolate, ma per il 2021 i programmi quali sono?

“Intanto tornerò in pista il 1° novembre a Lonato del Garda per un’altra gara a carattere regionale, ma con la testa già rivolta all’anno prossima quando, si spera, la pandemia ci lascerà in pace e potrò dunque effettuare test in abbondanza per arrivare preparato all’appuntamento con le gare per l’italiano. Sento di essere competitivo, anche se c’è tanta concorrenza e l’aspetto finanziario, inutile nasconderlo, fa sempre e comunque la differenza”.

Prospettive di convincere qualche sponsor a collaborare ce ne sono?

“Intanto da qualche giorno Olur, azienda eugubina molto radicata nel territorio e non solo, ha deciso di essere al mio fianco e di questo dico sinceramente grazie a Giorgio Olmi e Adamo Urbani. Nelle prossime settimane cercheremo di aumentare il budget per la prossima stagione cercando altri sostenitori tra aziende e privati. Quello del budget è un aspetto fondamentale per provare a fare qualcosa di importante. Da quest’anno poi ho deciso di legarmi alla scuderia Maranello Kart di Stefano Griggio, che monta motori realizzati da Tiziano Rizzi, uno dei personaggi più noti in questo mondo, e la differenza rispetto al passato si è vista perché sento di avere un mezzo di qualità. Chiaro che vincere non è mai semplice, ma a volte il talento e la voglia di osare riescono ad abbattere qualsiasi ostacolo. E dopotutto sognare non costa nulla”.

La passione per la velocità in casa Mariani nasce da lontano, ma come l’ha sviluppata Lorenzo?

“Beh, avere un papà che corre in auto è un bello stimolo. L’ho seguito sin da quando ero piccolo e col tempo anch’io mi sono deciso a scendere in pista. Lui ha fatto per lo più gare in salita o turismo, a me hanno affascinato da sempre i kart. Certo, qui in Umbria non ci sono piste per correre ed è un problema: bisogna fare almeno due ore di macchina per andare a Siena o a Val Vibrata e trovare circuiti sicuri e di standard abbastanza elevati. Amo la velocità, ma soprattutto spero di poter avere anch’io la mia chance”.

Lorenzo assieme al papà Fabio, a sua volta pilota di auto da corsa

Giusto per fare chiarezza: ancora oggi il mondo dei kart è la porta d’ingresso verso categorie Formula?

“Tutti i più grandi piloti di Formula Uno, quelli più noti al pubblico mondiale, hanno iniziato con i kart. E quasi tutti nella categoria in cui corro io, cioè la KZN, per poi salire nella KZ2, anticamera della KZ1 che è l’elite internazionale. L’Italia è la patria dei kart: qui ci sono i migliori preparatori, qui ci sono i modelli più potenti e, di conseguenza, qui vengono a correre i più forti da tutto il mondo. Basta scorrere l’albo d’oro degli ultimi decenni per vedere quanti piloti che oggi corrono in Formula Uno sono passati di qui: Senna, Schumacher, Alonso, Rosberg, Hamilton, Verstappen e molti altri ancora”.

Cosa ha lasciato in eredità il weekend del campionato italiano 2020?

“Le sensazioni non erano affatto malvagie, poi però le cose non hanno preso la piega che desideravo. Mi è rimasta la voglia di riprovarci e la rabbia per non aver potuto competere al meglio fino alla fine. So di aver alzato il mio limite, ma so di avere ancora margini importanti. E nel 2021 voglio provare a fare qualcosa di importante, perché ho l’età giusta e l’esperienza per lottare con i più forti. Anche se loro hanno più soldi di me, non per questo parto battuto”.