Home Attualità Il grido d’allarme dei comitati ambientalisti: “Vogliamo indagini approfondite sull’uso dei CSS”

Il grido d’allarme dei comitati ambientalisti: “Vogliamo indagini approfondite sull’uso dei CSS”

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Il grido d’allarme è risuonato forte e chiaro nel piazzale antistante la Maio Tech (ex Sirio Ecologica). È il grido di tanti eugubini (e non) che hanno voluto far sentire la loro voce, manifestando in modo pacifico per chiedere che venga immediatamente interrotta la procedura regionale che dovrà portare all’utilizzo di CSS in alcune aziende del territorio.  “Noi non ci pieghiamo: è questo il messaggio più importante che vogliamo far riecheggiare dalla Maio Tech fino alla cementeria Barbetti, passando per la poco distante Colacem e il suo impianto di Ghigiano”. Lo hanno ribadito senza mezzi termini i manifestanti, che hanno fatto sapere di avere messo già in programma altre manifestazioni per sensibilizzare quanti più cittadini sul tema, dopo che già nelle ultime settimane si è assistito a un aumento considerevole di followers sui profili social dei vari comitati.

VOLTI DELLA POLITICA. Nel piazzale della Maio Tech erano presenti tra gli altri il Sindaco di Gubbio Filippo Mario Stirati, l’ex Sindaco Orfeo Goracci (oggi consigliere comunale), il Presidente del WWF Umbria Sauro Presenzini, il consigliere in quota M5S della Regione Umbria Thomas De Luca e la Senatrice Emma Pavanelli (M5S). Particolarmente toccante la testimonianza di Fabio Barbetti, figlio Presidente del Comitato della Conca Eugubina Anselmo Barbetti, recentemente scomparso a causa di un male incurabile (è il terzo presidente del comitato deceduto per tali motivi negli ultimi anni) e ricordato dai presenti con applausi e striscioni.

VERIFICHE APPROFONDITE. “Ciò che vogliamo – ha spiegato Andrea Baldinucci come referente del comitato No CSS Gubbio” – è che la richiesta delle aziende che intendono bruciare CSS al loro interno venga assoggettata a una valutazione impatto ambientale, verifica che non è mai stata fatta in mezzo secolo di attività. Vogliamo indagini ambientali, monitoraggi e indagini epidemiologiche che possano far luce sui reali rischi che corre una popolazione che ha già pagato un prezzo molto caro in passato per i livelli di inquinamento industriale. Da decenni non ci sono valutazioni sanitarie approfondite, né viene aggiornato costantemente il registro tumori”. Ribadita la piena adesione al progetto dell’Ecodistretto, al Progetto Rifiuti Zero e a un’economia circolare che possa difendere l’unicità del paesaggio. Nei prossimi giorni è prevista l’uscita di un’indagine realizzata dalla rivista Antimafia Duemila, che tratterà nel dettaglio il caso della conca eugubina e della richiesta di utilizzare CSS avanzata dalle due cementerie del territorio (Maio Tech ha invece ribadito di non voler utilizzare combustibile CSS nei suoi impianti), anticipata dall’hashtag #CarloNonFarlo.