L’avvocato Francesco Gagliardi, già consigliere comunale, interviene sulla situazione politica locale. “Lo stato di liquidità della politica locale – scrive – creerà a Gubbio più danni della pandemia. È del tutto evidente che l’approccio ideologico al tema dell’utilizzo del Css nelle cementerie ha disgregato la rappresentanza politica all’interno del Consiglio Comunale, tanto nelle file della maggioranza, quanto tra i banchi della minoranza. Si ragiona, ormai, in ordine sparso, relegando il confronto ad una sorta di referendum sul Sì o sul No. Nessuno che si interroghi ed interroghi tutte le forze produttive del territorio sul futuro della città. L’Amministrazione Comunale in carica continua a perdersi in Tavoli di studio sull’ambiente e sulle curve epidemiologiche, sovrapponendosi a strutture pubbliche deputate per legge all’elaborazione di dati, di dominio pubblico. Le forze di minoranza battibeccano di personalismi, imbarazzate dalla chiara presa di posizione dei loro referenti regionali e nazionali: l’utilizzo del Css ha una regolamentazione legislativa, ineludibile dai mal di pancia locali. In questo contesto di debolissima azione politica, Gubbio pagherà a caro prezzo lo stallo che si protrarrà fino alla scadenza del mandato elettorale, fissata al 2024. Mentre le altre municipalità regionali si stanno posizionando ai nastri di partenza della ripresa post-pandemia, grazie anche alle solide relazioni politiche sovra-comunali, Gubbio corre il rischio di rimanere impantanata in una “guerra civile” locale, senza sbocco per il futuro. Sarebbe meglio correre ad elezioni comunali anticipate. In questo momento, il minore dei mali”.
