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Don Ubaldo Braccini se n’è andato lasciando grandi testimonianze

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Monsignor Ubaldo Braccini

di LUIGI GIRLANDA

Con la morte di don Ubaldo Braccini, la Chiesa eugubina subisce un’altra perdita di grande valore. Certo, il decano dei sacerdoti diocesani ormai da diversi anni era collocato a riposo e non esercitava più pubblicamente il suo ministero sacerdotale. Era nato il 17 maggio del 1928 e alla veneranda età di 95 anni era più che giusto che si godesse un po’ di meritato riposo. Ma questo, anche se il mondo fa difficoltà a capirlo (e oggi, purtroppo, perfino la Chiesa), in una prospettiva di fede è un aspetto secondario e perfino marginale.

Se vista con gli occhi cattolici, la vita di un sacerdote ha un valore infinito, indipendentemente dal fatto che sia o meno in pensione o eserciti più o meno attivamente in una parrocchia il suo servizio al popolo di Dio. Il valore e l’utilità della vita di un prete cattolico si misura da tutt’altre cose. Egli esiste, infatti, solo per offrire le cose sacre (secondo la stessa etimologia del termine), in primo luogo il sacrificio propiziatorio della messa. E ogni messa ha un valore infinito, indipendentemente dalla partecipazione o meno del popolo. O, meglio, in ogni messa celebrata sulla terra c’è presente, in modo mistico ma reale, tutta la schiera dei fedeli di ogni epoca storica, ovvero coloro che stanno ancora militando sulla terra, quelli che sono in Purgatorio in attesa di andare in cielo e coloro che in Paradiso sono la Chiesa trionfante. Per cui anche un anziano sacerdote, pur se malfermo e costretto a letto, se celebra la messa offre una grazia infinita a tutti i fedeli.

Per questo con la morte di monsignor Braccini tutti noi perdiamo una presenza fondamentale, anche se non lo vedevamo più da anni. La sua lunga vita sacerdotale (fu ordinato prete il 3 dicembre 1950) è stata spesa al servizio della chiesa. A pochi anni dalla sua ordinazione divenne parroco di Torre Calzolari e vi rimase fino al 2019. In quei lunghi anni si è adoperato per la ristrutturazione della chiesa parrocchiale dopo il terremoto del 1984, e di Spada, la cui parrocchia venne istituita negli anni ‘60.

A livello sociale, significative sono state le sue battaglie per l’ammodernamento della strada statale 219 Pian d’Assino, dalle quali ha tratto il libro “La strada della morte”, a cui era particolarmente legato. Ma, oltre alla parrocchia, il suo lavoro si è svolto in numerosi altri ambiti e in modo particolare come cancelliere vescovile e archivista diocesano. Per decenni, chi voleva incontrare don Ubaldo si recava al mattino presso l’archivio diocesano. Chi scrive queste righe ha potuto sperimentare la grande disponibilità e saggiare la profonda cultura di don Ubaldo, proprio nella sua attività di cancelliere. Era il 2010 e appunto in quell’anno l’associazione culturale Benedetto XVI riportava alla luce gli incredibili avvenimenti miracolosi del luglio 1796, quando numerose immagini sacre iniziarono a muoversi sotto gli occhi di tutti i cittadini eugubini, credenti e non credenti, e perfino tra le mani del vescovo di allora, monsignor Ottavio Angelelli. L’archivio diocesano conserva tutti i documenti del processo canonico che venne aperto all’indomani dei fatti miracolosi, con le testimonianze giurate davanti al notaio di numerosi cittadini. Don Ubaldo scorreva insieme al sottoscritto quelle preziose carte (come si vede dalla foto) con una capacità impressionante di decifrazione dei documenti.

Monsignor Ubaldo Braccini con il professor Luigi Girlanda

Andava particolarmente fiero del fatto che una fedele dell’epoca, che ricevette un miracolo accertato e testimoniato davanti al notaio, era una sua lontana parente. Monsignor Braccini ricordava benissimo come fino agli anni ‘70 del secolo scorso la Chiesa eugubina celebrasse con solennità quei fatti miracolosi e si sorprese non poco del fatto che, nonostante il desiderio del vescovo Ceccobelli che quegli eventi fossero di nuovo ricordati con il suono di tutte le campane della diocesi ogni 9 luglio, i preti si rifiutassero di farlo.  

Ora don Ubaldo vede la realtà con gli occhi di Dio e le cose di questo mondo sono passate. ll suo amore per Gubbio e per la sua gente non sono però finiti e, dal Cielo dove speriamo ardentemente si trovi, potrà continuare a pregare e fare del bene per tutti noi e per questa Chiesa eugubina sempre più priva di sacerdoti autentici.

I funerali verranno celebrati lunedì 16 ottobre nella chiesa di San Francesco alle ore 10:30. La camera ardente è allestita presso la Casa di riposo Mosca da oggi pomeriggio (sabato 14 ottobre) a  tutto domani.