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Città Futura dice no alle primarie. Tasso in campo con quattro partiti. 5 Stelle e Pd salveranno Stirati sul bilancio?

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Il vicesindaco Alessia Tasso e Leonardo Nafissi di Città Futura

Il giorno della verità con Città Futura che ieri sera (mercoledì 13 marzo) ha detto no alle primarie e nel rivendicare ancora una volta un progetto nuovo, sbarrando la strada ad Alessia Tasso si è di fatto chiamata fuori dal campo largo del centrosinistra che ufficialmente si restringe a quattro partiti (LeD, Psi, Pd e Movimento 5 Stelle). Città Futura ha discusso al proprio interno e operato una sintesi che prevede altre prospettive. Si vedrà se Leonardo Nafissi sarà il candidato a sindaco di un’altra coalizione di centrosinistra con il tandem Goracci-Tognoloni e i comitati ambientalisti (per ora escluso Marzio Presciutti Cinti di Azione).

Il Consiglio Comunale convocato oggi (giovedì 14 marzo) terrà a battesimo la nuova coalizione nel sistema politico sempre più incoerente e incline a tradire il mandato elettorale, visto che senza i voti del Pd e dei grillini non passerebbe la variazione al bilancio 2024-2026 (servono 13 voti e il sindaco ne ha 11 senza qualche soccorso dall’opposizione) mettendo in ginocchio la Giunta Stirati a tre mesi dal voto. Non c’è più la maggioranza da quando Alessandro Brunetti (Democratici per Gubbio), Mattia Martinelli e Roberto Minelli (Scelgo Gubbio) sono passati al Gruppo Misto ma salvando Stirati sul voto del bilancio preventivo dopo trattative e scambi.

Curioso: Pd e grillini che votarono contro il bilancio di previsione ora (almeno in due tra loro) sono costretti a votare la variazione al bilancio, mentre si asterranno oppure voteranno contro i tre fuoriusciti che hanno dato vita a Gubbio Civica aprendosi la strada all’ingresso nel centrodestra. Rodolfo Rughi dei 5 Stelle in commissione si è astenuto: che faranno oggi lui e Mauro Salciarini? Le manovre della politica eugubina sono da studi psichiatrici tra cambi di casacca, mercato delle vacche, intrecci e inciuci, corsa alle poltrone. Uno spettacolo squallido che di politico non ha proprio nulla.