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Variazione al bilancio, 5 Stelle e Pd come previsto salvano Stirati con il salto della quaglia. La politica eugubina mostra il peggio

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L'aula consiliare di palazzo Pretorio sede del Comune

La variazione al bilancio 2024-2026 è passata oggi pomeriggio (giovedì 14 marzo) in Consiglio Comunale con 16 voti a favore, 6 contrari e 3 astenuti. È andata come previsto e come prospettato da VivoGubbio nelle ore precedenti.

Sono risultati decisivi i voti di Mauro Salciarini e Rodolfo Rughi del Movimento 5 Stelle e di Marco Cardile, Giovanni Manca e Giorgia Vergari del Pd, che hanno prestato soccorso facendo il salto della quaglia per salvare la Giunta Stirati. Hanno motivato la decisione parlando di “bene della città”, a tre mesi dalle elezioni, e qualcuno ha ironizzato facendo osservare che ci si aspettava aggiungessero anche “per il bene del Cero”.

I loro voti dai banchi dell’opposizione, tradendo il mandato elettorale dopo il comunicato stampa di questa mattina che ha annunciato la nuova coalizione LeD, Pd, 5 Stelle e Socialisti in vista di giugno, si sono uniti a quelli della maggioranza. Soddisfatto il sindaco Filippo Mario Stirati nel percorso che porta alla candidatura per le prossime elezioni regionali confidando di non avere rivali nel campo largo del centrosinistra eugubino.

Sono diventati vitali i voti delle due forze d’opposizione perché si sono astenuti, a fronte di 6 voti contrari, 3 consiglieri (Mattia Martinetti e Roberto Minelli, più Alessandro Brunetti collegato a distanza) fuoriusciti a fine novembre dalla maggioranza per passare da Scelgo Gubbio al Gruppo Misto. Stavolta hanno messo sotto numericamente la coalizione di Stirati che disponeva soltanto di 11 voti quando ne servivano 13 per approvare la variazione al bilancio, dopo aver invece approvato il 28 dicembre scorso il bilancio di previsione a fronte di intrecci e scambi di cui si discute molto anche in altre sedi.

Ha votato a favore anche Giorgia Gaggiotti che sta con Scelgo Gubbio in Consiglio Comunale e con Città Futura fortemente critica nei confronti di Stirati, Tasso & C parlando di “vecchia politica”.

Il voto sulla variazione al bilancio evidenzia la deriva di un Consiglio Comunale ormai intriso di personalismi e interessi personalistici con un tasso di coerenza sceso praticamente sotto zero tra tutte le mosse venute dai banchi della maggioranza (dal caso Damiani in poi) a delle minoranze con i grillini e piddini bollati come voltagabbana politici.